Botta e risposta tra il presidente del Consiglio e il segretario generale della Fnsi sulla crisi dell’editoria italiana

Siddi bacchetta Monti: “Non siamo al supermercato”

Mario Monti

Franco Siddi

BARI – “Sono sicuro che il prossimo Governo sarà anch’esso sensibile a queste situazioni, ma è illusorio che semplicemente il denaro dei contribuenti possa andare a sostituirsi ai ricavi nel caso in cui questi non vengano dal mercato per i prodotti offerti dall’industria editoriale e dalla stampa”.
Lo ha detto Mario Monti, nel corso di un incontro con la stampa a proposito dei numerosi posti di lavoro a rischio nel mondo dell’editoria secondo la Federazione Nazionale della Stampa, a margine di un’iniziativa elettorale di Scelta Civica per Monti con l’Italia.
“Il mondo dell’informazione e della stampa, anche in un anno difficile come l’ultimo, ha ottenuto una serie di provvidenze – ha aggiunto parlando della propria azione di Governo – volte proprio a mantenere un panorama di pluralismo culturale, intellettuale e politico. Singole situazioni di crisi saranno affrontate”. (Agi)
Pronta la replica del segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi: “Sfugge al Presidente del Consiglio, Mario Monti, che il bene informazione prodotto e distribuito dai media vecchi e nuovi, non è un banale prodotto di consumo come tanti se ne trovano nei supermercati”.
“La crisi dell’industria editoriale – ricorda il segretario generale della Fnsi – non è una crisi di singole situazioni ma di un intero settore decisivo della democrazia, della vita pubblica e dell’industria italiana. Le origini sono in un indispensabile processo di innovazione e trasformazione che ha bisogno di tempo per produrre utili e, soprattutto nei riflessi della crisi economica che impoverisce la capacità di spesa delle persone  e abbatte le risorse del mercato pubblicitario”.
“Ci spiace – sottolinea Siddi – contraddire, perciò, il Presidente del Consiglio in carica che evoca l’impossibilità di sostituire i mancati ricavi con il denaro dei contribuenti. Da chi governa, e si candida a governare, ci si aspetta indicazioni e segnali per politiche di sviluppo, di innovazione e di rilancio dell’occupazione”.
“La questione – spiega Franco Siddi – è quella del pluralismo ed è soprattutto oggi quella di capire che l’industria dell’informazione, e il lavoro che lì si svolge, hanno un’importanza decisiva per la vita del Paese, meriterebbe adeguata considerazione anche da chi pensa che tutto risolva il Dio mercato. E ciò con  azioni pari come quelle assunte nel tempo dai pubblici poteri per l’automobile e sicuramente ben più di quanto fatto per coprire i disastri delle centrali finanziarie. Evocare conflitti tra stampa e contribuente è un parallelismo inadeguato e fuori sistema”.
“Confidiamo, comunque, che la sensibilità che il presidente Monti è sicuro avrà il nuovo Governo per le situazioni di crisi, abbia – conclude Franco Siddi – uno sviluppo coerente nell’assunzione di corresponsabilità (certamente con editori e lavoratori giornalisti) verso una visione non parziale o superficiale dell’intero settore”.

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