MILANO – Il direttore del settimanale Tempi, Luigi Amicone, è stato chiamato a comparire in giudizio davanti al Consiglio lombardo dell’Ordine dei giornalisti per verificare se sia stato in concorso con il presunto esercizio abusivo della professione giornalistica (art. 45, legge 69/1963) da parte di Renato Farina e se abbia violato le regole deontologiche di lealtà e buona fede.
Lo rende noto, in un comunicato, lo stesso settimanale.
“Ho appreso – scrive Renato Farina al direttore Luigi Amicone nel numero di Tempi da oggi in edicola – del processo disciplinare che l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha aperto nei tuoi confronti per avermi ospitato in questi anni, a titolo gratuito e senza alcuna interferenza da parte tua. I tuoi (e, finora, anche miei) lettori conoscono perfettamente la mia storia, sono adulti e informati, e si sono certo formati un giudizio sulle mie vicende. Nel frattempo, con viva sofferenza e nella percezione di un diritto fondamentale violato, ti comunico la mia decisione di interrompere il dialogo che settimanalmente ho intrattenuto con i tuoi lettori”.
“Farina, come è noto, è cittadino e parlamentare italiano; non iscritto all’Odg ma certamente non «radiato» dall’Odg”, scrive Amicone, dal momento che “la sentenza della Suprema Corte ha cassato la decisione con cui il Consiglio nazionale dell’Ordine aveva radiato il giornalista professionista Renato Farina e ha annullato la relativa sanzione in quanto essa non poteva essere irrogata perché il giornalista si era volontariamente cancellato dall’albo prima che il Consiglio nazionale decidesse la sanzione nei suoi confronti”.
“Devo chiedermi – continua Amicone – cosa mai possa aver giustificato un provvedimento d’ufficio così grave in un paese dove qualunque intellettuale o manigoldo può scrivere e pubblicare ovunque le proprie opinioni. Mentre Farina no. Mentre Farina è un appestato. Mentre Farina è un pirla che si può radere al suolo e cancellare dalla faccia dei giornali perché ha subito una condanna per aver collaborato con i servizi segreti di sicurezza italiani (avesse collaborato contro la sicurezza degli italiani forse sarebbe stato diverso?)”. (Ansa)
Il Consiglio lombardo dell’Ordine verificherà se anche il direttore di Tempi ha violato la deontologia e non solo