MILANO – I giornalisti di Mondadori vogliono che, sullo stato di crisi del settore periodici, si proceda a confronti tra le parti, testata per testata, e preannunciano che non accetteranno imposizioni o decisioni unilaterali dell’azienda.
Lo si legge in un comunicato stilato al termine dell’assemblea dei giornalisti del gruppo editoriale, che venerdì scorso ha comunicato ai rappresentanti sindacali un piano di ristrutturazione che prevede, tra l’altro, la chiusura di quattro mensili e dell’unità organizzativa dedicata ai palinsesti Tv. Si parla di un taglio della forza lavoro complessiva fino a un quarto dei 400 giornalisti del gruppo.
“L’Assemblea dei giornalisti della Mondadori (…) ritiene grave e inaccettabile che l’Azienda abbia aperto il confronto sullo stato di crisi – che prevede complessi interventi di riorganizzazione su gran parte delle testate – annunciando la chiusura di quattro mensili e della Uor Mondadori tv”, dice la nota.
“In questi anni l’azienda si è resa responsabile di ritardi strategici, di errori negli investimenti sui prodotti giornalistici e gestioni poco accorte anche all’interno delle singole redazioni, ad esempio con un uso smodato dei collaboratori. Non possiamo accettare che i costi di tutto ciò ricadano sui giornalisti”, scrivono ancora i giornalisti che hanno affidato al Cdr un pacchetto di 15 giorni di sciopero.
“L’Assemblea dei giornalisti della Mondadori (…) ritiene grave e inaccettabile che l’Azienda abbia aperto il confronto sullo stato di crisi – che prevede complessi interventi di riorganizzazione su gran parte delle testate – annunciando la chiusura di quattro mensili e della Uor Mondadori tv”, dice la nota.
“In questi anni l’azienda si è resa responsabile di ritardi strategici, di errori negli investimenti sui prodotti giornalistici e gestioni poco accorte anche all’interno delle singole redazioni, ad esempio con un uso smodato dei collaboratori. Non possiamo accettare che i costi di tutto ciò ricadano sui giornalisti”, scrivono ancora i giornalisti che hanno affidato al Cdr un pacchetto di 15 giorni di sciopero.
“Il problema degli esuberi risultanti da eventuali chiusure e dalla riorganizzazione”, chiedono, sia affrontato “nella sua globalità al termine del confronto”. (Reuters)