ROMA – “Cari Minzolini, Ruotolo, Mineo, Mucchetti, Giannino, Sechi. Del giornalismo si diceva «sempre meglio che lavorare». Della vostra scelta, pure”.
Il direttore de “La7”, Enrico Mentana, affida a “Twitter” la sua opinione sull’esercito di giornalisti candidati alle prossime elezioni politiche e regionali.
Pronta la replica di Oscar Giannino: “Per Mentana ambirei a € pubblici e a non lavorare. Sono a reddito 0 e intacco risparmi per seggio incerto. Ridi su mie idee ma non dire fesserie”. “Lo credo davvero – è la controreplica di Mentana – ma così sarete percepiti. Del tuo caso rispetto la scelta di metterti in gioco, unico tra i citati, senza rete”.
Inevitabile la polemica in rete. Per Gianni Riotta “tanti giornalisti entrando in politica non è che poi in fondo cambino davvero mestiere: facevano politica anche prima”.
“Inutile – ha chiosato Mentana – che ipocriti e permalosi strillino: se fai il giornalista davvero non puoi «prestarti» alla politica. Punto. Se cambi, è per sempre”. “Compresi – ha chiesto Pietrangelo Buttafuoco – Lilli Gruber, Michele Santoro, Augusto Minzolini e Antonio Tajani?”.
Il direttore de “La7” ha, comunque, ricordato di aver scritto il 30 dicembre scorso: “per magistrati e giornalisti ingresso in politica dev’essere senza ritorno. Comunque marchia a posteriori lavoro fatto”.