ROMA – Il ddl diffamazione slitta a martedì prossimo. Il provvedimento tornerà in aula al Senato, dunque, solo la prossima settimana come ultimo punto all’ordine del giorno del calendario di martedì. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo.
Il Pd, come già annunciato dalla capogruppo Anna Finocchiaro, è pronto a chiedere la “sospensiva” perchè “non ci sono le condizioni minime per affrontare una questione così delicata, non ci sono le condizioni politiche”.
Il Pdl, invece, lavora perchè in Aula si possa votare un emendamento che si configurerebbe come “salva-Sallusti” nonostante il voto di ieri sul carcere per i giornalisti.
“Abbiamo votato un emendamento ineccepibile perchè oggi si stabilisce che solo per diffamazioni particolarmente gravi ci sia il carcere ma in alternativa alla pena pecuniaria. Credo sia una delle leggi più favorevoli alla stampa che esistano in Europa”.
Il leader dell’Api Francesco Rutelli difende, in una intervista alla “stampa”, il sì del Senato, con voto segreto, al carcere per i giornalisti che diffamano.
“Fino a tre anni di reclusione non si va in galera – spiega -. Che cosa deve fare uno per finirci? Diffamare ripetutamente e gravemente e scegliere di non pagare la pena pecuniaria. Forse dovreste rendervi conto che con questa legge, che comunque è da completare, in carcere non ci si finisce più. In carcere in Italia, dopo Giovannino Guareschi, in 60 anni non ci è andato nessuno”.
E aggiunge: “Lino Jannuzzi ebbe la grazia anche col mio appoggio. E sono disposto ad appoggiare anche la grazia per Alessandro Sallusti, se è questo il punto”. Il carcere, insiste Rutelli, “non è incivile se si ha fiducia nella magistratura”, “è previsto in tutta Europa”, “incivili sono le diffamazioni”.
Rutelli ribadisce di “averci messo la faccia” sull’emendamento della Lega, “molti altri zitti, e poi l’emendamento l’hanno votato. Francamente mi sono rotto le scatole che queste cose passino per voto segreto, e infatti stavolta non ho firmato la richiesta”. (TmNews)
LA REPLICA DEL SEGRETARIO DELLA FNSI FRANCO SIDDI:
“A Rutelli dico quanto già detto a Grillo, con il quale oggi si trova accumunato nel manifestare fastidio verso l’informazione. Sono inutili le polemiche aperte per ritagliarsi dei ruoli. Ma soprattutto stupisce che il leader dell’Api consideri l’appello all’opinione pubblica a far sentire la sua voce e i suoi voti per la libertà di stampa eversivo. Pericoloso e grave è l’atteggiamento di chi vuole leggi rancorose e punitive verso la stampa e i giornalisti.
Stupisce e appare singolare, inoltre, il tono e l’atteggiamento con cui il Presidente dell’Api, capo di un movimento che dichiara di voler fare della moderazione politica la chiave della sua azione, affronta il tema di un bene comune rappresentato dalla libertà di stampa che deve essere tutelato nell’interesse di tutti. Certe posizioni sulla legge per la diffamazione a mezzo stampa e l’invito al voto segreto sul carcere ai giornalisti fatto da un esponente del suo movimento politico in aula al Senato, insieme con la Lega, non le condivido affatto: quella non è una posizione moderata, né di piena libertà.
E lo ripeto, riconoscendo che il Senatore Rutelli le sue tesi, rispetto ad altri che si sono espressi solo dietro il muretto a secco del voto segreto (chiesto appunto dall’Api e dalla Lega), le ha espresse pubblicamente”. (Franco Siddi, segretario generale della Fnsi)