Il Coordinamento dei Cdr al fianco dei giornalisti in sciopero contro l’annunciato piano industriale di Rcs MediaGroup

Periodici Rcs, i cdr: “No ai tagli, solidarietà ai giornalisti”

Un centinaio di giornalisti della Rcs Periodici, oggi in sciopero, hanno manifestato davanti alla sede di Rcs MediaGroup dove si è riunito per circa 4 ore e mezza il Cda sui conti dei 9 mesi

MILANO – Il Coordinamento dei Cdr delle edizioni locali del “Corriere della Sera” manifesta piena solidarietà ai giornalisti dei Periodici Rcs che scioperano oggi contro l’annunciato piano industriale di Rcs Mediagroup, i cui tagli colpirebbero in modo particolarmente grave i periodici, anche con la chiusura di testate storiche, ma non risparmieranno i quotidiani italiani del gruppo.
In attesa di conoscerne il dettaglio, desta preoccupazione che il piano sia elaborato senza alcun confronto preventivo con le rappresentanze sindacali dei giornalisti e dei poligrafici. Non sarebbe accettabile un intervento orientato alla mera logica della riduzione dei costi e degli organici, privo di respiro strategico e della necessaria attenzione allo sviluppo e al rafforzamento della qualità dei prodotti che vanno in edicola e sul web, i quali invece hanno bisogno di investimenti e della definizione di regole adeguate per un sistema multimediale complesso.
Invitiamo i Cdr dei Periodici, del “Corriere della Sera” e della “Gazzetta dello Sport” e le relative Rsu aziendali a promuovere insieme quanto prima occasioni di confronto e di comune iniziativa sindacale, d’intesa con la Fnsi e le Associazioni regionali della stampa.

Il Coordinamento dei Cdr delle edizioni locali del Corriere della Sera
(Corriere del mezzogiorno – Napoli e Bari, Corriere del Veneto, Corriere del Trentino, Corriere dell’Alto Adige, Corriere di Bologna, Corriere fiorentino)

LA LETTERA DEI GIORNALISTI AL CDA:

Gentili consiglieri di amministrazione di Rcs Mediagroup, nella riunione di oggi siete chiamati a esaminare, in nome e per conto degli azionisti che vi hanno nominato, i conti aziendali del terzo trimestre 2012 che, secondo le stime del mercato, mostreranno – al netto della plusvalenza per la vendita di Flammarion – un nuovo ampliamento della perdita di esercizio. Inevitabile conseguenza della crisi economica e dell’industria dell’informazione? Non solo.
Il vostro, il nostro Gruppo, il primo Gruppo editoriale italiano e una delle grandi realtà internazionali europee, ha scelto di affrontare le difficoltà di mercato degli ultimi anni facendo leva esclusivamente su logiche finanziarie e con miopi strategie di tagli, senza essere capace di mettere in campo idee e progetti originali e innovativi, senza una visione industriale complessiva e di prospettiva, rinunciando a utilizzare al meglio le risorse di professionalità e di competenze dei propri dipendenti. Riducendo, così, il valore dei propri beni: i giornali e l’investimento degli azionisti.
Sempre oggi, vaglierete le linee guida del piano strategico triennale al 2015 che il nuovo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, sta elaborando e che andrà a sostituire quello varato con grande enfasi appena due anni fa e quasi subito abbandonato nei fatti. Questo nuovo piano industriale cade in una fase che noi riteniamo cruciale per il futuro della casa editrice. È l’ultima occasione per un cambio di rotta, di strategie e di metodo. Per evitare un epilogo negativo e disonorante per il nostro Gruppo.
Proprio per questo abbiamo proposto all’ad Jovane, fin dallo scorso luglio, al momento del cambio alla guida di Rcs, l’apertura di un tavolo di confronto sulle iniziative utili e necessarie a garantire il rilancio e lo sviluppo delle attività editoriali cartacee e digitali, rinnovando la disponibilità al dialogo che abbiamo tenuto in piedi con serietà e senso di grande responsabilità, nonostante due stati di crisi consecutivi, che hanno comportato importanti sacrifici in termini di occupazione e di aumento dei carichi di lavoro, senza però contestualmente avviare quella progettualità nuova e quegli investimenti pur previsti e concordati negli accordi aziendali e nazionali. 
Per lo stesso motivo oggi siamo in sciopero: non accadeva da molti anni.
Una decisione sofferta, ma inevitabile, di fronte al rifiuto di aprire il confronto prima dell’elaborazione e della presentazione del nuovo piano industriale. Perché in questo momento non può essere rifiutato l’apporto costruttivo e propositivo dei giornalisti, condizione indispensabile per preservare, salvare e rilanciare il valore di tutti gli asset aziendali.
Oggi, con la nostra protesta e la nostra mobilitazione, chiediamo ancora una volta con forza all’ad Jovane il coraggio e la lungimiranza di aprirsi a un modello di relazioni industriali realmente innovativo. E, attraverso voi consiglieri, invitiamo i nostri azionisti, tra i maggiori nomi della finanza e dell’imprenditoria, che saranno chiamati a sostenere un importante aumento di capitale, a tutelare i propri interessi, i propri investimenti e il valore di tutti i beni del nostro Gruppo.
Rifiutando ristrutturazioni finanziarie selvagge e operazioni straordinarie prive di un chiaro orizzonte industriale. E pretendendo al contrario una strategia di discontinuità totale con il passato, che raccolga la sfida di progetti realmente innovativi e punti a porre al centro del rilancio e dello sviluppo delle proprie testate l’informazione giornalistica e la qualità dei suoi contenuti.

I giornalisti dei Periodici di Rcs Mediagroup 
(oggi in sciopero).
Milano, 12 novembre 2012

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