Il presidente del sindacato giornalisti greci, Trimis: “Avrei fatto la stessa cosa”. Dura accusa del presidente dell’Ifj

Boumelha: “Il processo Vaxevanis è una farsa assurda”

Jim Boumelha

Dimitris Trimis

ATENE (Grecia) – È cominciato oggi ad Atene il processo contro il giornalista Costas Vaxevanis – già ribattezzato “l’Assange greco” – “colpevole” per le autorità di aver pubblicato sul suo periodico “Hot Doc” i nomi di 2.059 cittadini ellenici che avrebbero da anni conti bancari presso la banca Hsbc in Svizzera – non si sa se dichiarati o no al fisco del loro Paese – per un valore stimato tra 1,5 e 2 miliardi di euro.
Vaxevanis, 46 anni, forse il più noto dei giornalisti investigativi greci, deve rispondere di violazione della privacy per aver diffuso dati personali considerati sensibili, anche se ha pubblicato soltanto i nomi dei correntisti e non l’ammontare delle cifre depositate sui conti. Rischia fino a tre anni di carcere.
I dati in questione fanno parte della cosiddetta “Lista Lagarde”, che fu consegnata nel 2010 alle autorità greche da Christine Lagarde, allora ministra francese delle Finanze e attuale direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi). Più governi successivi sembrano aver ignorato la lista, sebbene l’evasione fiscale rimanga uno dei peggiori mali non curati del paese.
In particolare, due ministri delle Finanze socialisti – prima Giorgos Papacostantinou e poi Evangelos Venizelos – non risultano essersi mossi in alcun modo per far sì che i dati ricevuti da Parigi venissero usati. Mentre due capi dello Sdoe (la Guardia di Finanza greca) si sono ben guardati dall’ordinare accertamenti per scoprire se sulla lista figurassero o meno evasori fiscali.
Il presidente della Federazione internazionale dei giornalisti, Jim Boumelha, che ha testimoniato oggi a suo favore, si è detto “sorpreso” dell’arresto e ha definito il processo “una farsa assurda”. “Avrei fatto la stessa cosa”, ha dichiarato dal canto suo in aula il presidente del sindacato dei giornalisti di Atene, Dimitris Trimis.
Vaxevanis sostiene di aver ricevuto la lista – che contiene nomi di politici, imprenditori, giornalisti, editori ed altri personaggi pubblici – tramite una lettera anonima in cui il mittente ha scritto di averla a sua volta ottenuta da un uomo politico non identificato.
La “lista Lagarde” è un estratto dell’elenco di 15.000 clienti della banca Hsbc di Ginevra trafugato tra il 2006 e il 2007 da Hervé Falciani, un informatico che lavorava per l’istituto. La giustizia francese aveva sequestrato la documentazione – consegnata da Falciani al procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier, che indagava per riciclaggio – nel gennaio 2009, ma la vicenda era venuta alla luce solo nel dicembre dello stesso anno. Parigi ha identificato 3.000 contribuenti francesi che hanno sottratto soldi al fisco del paese e passato a Roma, Madrid e Atene migliaia di informazioni su contribuenti italiani, spagnoli e greci. (Ats)

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