Dalla Cassazione nell’ambito dell’inchiesta che vede Denis Verdini accusato di illeciti amministrativi e concorso in truffa

Respinto il dissequestro del “Giornale della Toscana”

Denis Verdini

ROMA – Confermato, dalla Cassazione, il sequestro di 10 milioni e 892mila euro disposto, il 25 ottobre 2011 dalla magistratura fiorentina, nell’ambito dell’inchiesta nella quale il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, è accusato di illeciti amministrativi e concorso in truffa per ottenere contributi statali per il suo “Giornale della Toscana”.
Il ricorso per il dissequestro, presentato dalle dodici persone coinvolte nella vicenda, è stato dichiarato “inammissibile” dalla Suprema Corte che ritiene la tesi accusatoria munita di “solido fondamento”.
Verdini – scrive la Cassazione – “ben poteva essere considerato il reale socio di maggioranza delle due società collegate e operanti entrambe nel settore dell’editoria”, la “Società Toscana di Edizioni srl” e la “Nuova Editoriale”. Questa società cooperativa era stata creata – secondo i magistrati fiorentini, cui è andato il “placet” della Cassazione – proprio per entrare nella “Ste” ed essere ammessa a chiedere alla Presidenza del Consiglio di usufruire dei fondi previsti dalla legge 62 del 2001.
Tale normativa, ricorda l’Alta corte, “prevedeva l’erogazione dei contributi anche alle imprese editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza del capitale fosse detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi scopo di lucro”.
“In tale contesto – scrive la Cassazione nella sentenza 35999 depositata il 20 settembre – la tesi accusatoria della costituzione della società cooperativa con capitali non provenienti dai soci, desumibile dalla documentata ricostruzione delle movimentazioni di notevoli somme di denaro, anche in contanti, nell’ambito dell’istituto di credito riconducibile al Verdini, ha costituito, anche indipendentemente dalla questione della legittimità dei finanziamenti esterni e la violazione della normativa antiriciclaggio, un solido fondamento del reato di truffa aggravata realizzato attraverso la fittizia costituzione della società cooperativa”.
In base all’inchiesta – condotta dai pm Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini – a partire dal 2002 e fino al gennaio 2010, la “Ste” (editrice de “Il Giornale della Toscana”, distribuito in abbinamento con “Il Giornale”) avrebbe ricevuto oltre 17 milioni di euro di fondi pubblici ai quali non aveva diritto.
La parte della presunta truffa, non coperta da prescrizione, per la quale è stato disposto il sequestro si riferisce ai periodi successivi al 29 settembre 2005. Il deposito delle motivazioni della Cassazione si riferisce all’udienza svoltasi lo scorso sei luglio.  (Ansa)

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