Il decreto-legge varato ieri dal Consiglio dei Ministri non apre le finestre sulla Pubblica Amministrazione

Agenda Digitale, un passo avanti ma è ancora poco

ROMA – Il decreto-legge varato ieri dal Consiglio dei Ministri sull’Agenda Digitale è un importante passo avanti sulla strada dell’innovazione tecnologica, ma c’è un capitolo che ancora manca e di cui anche gli scandali di queste settimane mostrano l’urgenza.
E’ l’introduzione nell’ordinamento italiano del “Freedom Of Information Act (F.O.I.A.): una norma che permetta a qualsiasi cittadino (e non soltanto a chi abbia un interesse diretto e personale nella materia) di avere accesso ai dati sull’attività pubblica di ogni tipo e livello.
Troppo spesso oggi la comunità non sa ciò avviene nell’area pubblica, e nell’oscurità di procedure e decisioni può maturare qualsiasi abuso. Per sostenere la domanda di trasparenza che sale fortissima dalla società italiana, decine di associazioni, movimenti, esperti, studiosi, giornalisti hanno dato vita alla “Iniziativa per l’adozione di un Freedom Of Information Act”, che il 19 settembre scorso ha presentato le sue proposte nella sede della Fnsi.
Il provvedimento è già in vigore in 90 Paesi di tutto il mondo. In Italia concorre a renderlo necessario anche il livello insopportabilmente alto della corruzione, contro la quale la trasparenza delle decisioni della pubblica amministrazione potrebbe agire da efficace antidoto.
Facilitare l’accesso dei cittadini agli atti delle amministrazioni pubbliche è uno strumento concreto per avviare quel “rilancio morale” di cui anche oggi parla il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *