Il presidente dell’Odg, Iacopino, sulle dichiarazioni del leader del Movimento 5 Stelle. Intervengono Merlo e Ronconi

“Grillo ha il diritto di criticare, non di insultare”

Enzo Iacopino

Beppe Grillo

ROMA – “Beppe Grillo usa il web per le sue battaglie politiche, puntando a portare il M5S in Parlamento. E’ suo diritto, incontestabile e incontestato. Il diritto che non ha è di ricorrere, con altri termini rispetto a quelli usati da leaders politici che critica, alla denigrazione degli altri, conseguenza inevitabile del suo ragionare per mucchi”.
Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, commenta così le dichiarazioni del leader del Movimento 5 stelle relative a un post pubblicato ieri sul Blog di Grillo.
“Pagare per andare in televisione per il Movimento 5 Stelle – sostiene Grillo – è come pagare per andare al proprio funerale, anche se è certamente lecito. La mia è un’opinione molto radicata, altri magari ne hanno di diverse.

 Il M5S ha rifiutato ogni contributo elettorale. L’eventuale spesa per inserzioni televisive è coperta dalla differenza tra lo stipendio «auto ridotto» di un consigliere regionale del M5S, circa 2.500 euro, e lo stipendio «normale» di 10.000 euro e altri benefit. I soldi pubblici e il M5S sono inconciliabili”.
In un secondo post, Grillo ribadiva: “Da mesi, con un ritmo sfiancante, i quotidiani e le testate on line che vivono di notizie «copia e incolla» e rimbalzano le falsità, insultano, diffamano, spargono menzogne, inventano fatti, creano dissidi inesistenti, diffondono odio su di me e sul Movimento 5 Stelle. Danno spazio a personaggi che non intervisterebbe neppure un giornalino scolastico, scavano nel passato e osservano con una gigantesca lente di ingrandimento il presente dei consiglieri 5 Stelle per trovare il più piccolo indizio per dimostrare che il M5S è uguale agli altri, peggio degli altri e, se messo alla prova, ruberebbe più di qualunque partito. Nulla gli è perdonato, soprattutto l’onestà. Il segnale dell’inizio delle ostilità è stata la vittoria di Parma. Da allora, l’informazione italiana ha un solo bersaglio, il M5S”.
Da qui la replica del presidente dell’Ordine dei giornalisti: “Gli insulti ai giornalisti rientrano in uno stantio repertorio di chi considera liberi solo quanti scodinzolano perfino davanti alle sciocchezze che non solo in agosto vengono dette. Se Grillo ha nomi, e prove, di chi si «vende l’anima» tra i giornalisti li faccia. Vedrà che l’Odg saprà agire tutelando il diritto dei cittadini alla verità. Abbia rispetto per chi guadagna anche molto meno di 15, 20 euro ad articolo. Sono in migliaia che onorano questo dovere costituzionale ogni giorno. Nel silenzio di troppi, anche di Grillo che potrebbe denunciare le vergogne delle quali si rendono responsabili gli editori, ma invece preferisce «stare sugli spalti»… Se lo desidera siamo pronti a fornirgli ogni elemento utile. Senza bisogno di cercare la luce dei riflettori”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Giorgio Merlo, deputato del Pd e vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai. “La concezione che Grillo ha dell’informazione libera e pluralistica – afferma Merlo – fa semplicemente rabbrividire. Ma quel che fa ulteriormente rabbrividire è come avviene il dibattito all’interno di quel partito. La vicenda dei soldi del finanziamento pubblico per interviste a pagamento alle tv locali la dice lunga su come viene praticata la democrazia. Al di là degli insulti e della furibonda violenza verbale contro gli altri partiti e gli altri esponenti, è sufficiente una polemica del genere per capire l’abc di quel partito”.
Per Maurizio Ronconi, esponente umbro dell’Udc e capogruppo alla Provincia di Perugia, “è inquietante la minaccia di Grillo ai consiglieri del suo movimento che hanno acquistato spazi televisivi”. Ronconi afferma che “la concezione ancora più che padronale del movimento archivia Grillo tra il vecchio da abbandonare velocemente perché mascherato di falso nuovismo. 

Il divieto di utilizzare i tradizionali mezzi di comunicazione manifesta la scarsa fiducia nei propri eletti e la volontà di ricondurre la proposta alle sole esternazioni del capo senza mai alcun contraddittorio”.

 Per Ronconi, insomma, “quella di Grillo è certamente una novità, ma dai cattivi auspici perché in contraddizione con l’esercizio democratico della proposta politica”. 
(Asca)

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