BARI – L’Ordine dei giornalisti della Puglia, presieduto da Paola Laforgia, ha annunciato che chiederà alla Procura della Repubblica di Taranto “l’invio degli atti dai quali emergano eventuali coinvolgimenti di colleghi in comportamenti illeciti”.
Oggi vari quotidiani nazionali, infatti, pubblicano notizie in cui si fa riferimento a intercettazioni telefoniche nell’ambito dell’inchiesta Ilva da cui risulterebbe che dirigenti dell’azienda siderurgica avrebbero progettato di pagare “tutta la stampa”. (Ansa)
Intanto, potrebbe arrivare mercoledì della prossima settimana il verdetto dei giudici del tribunale del riesame di Taranto chiamati a decidere in merito al dissequestro degli impianti dell’Ilva e alla rimessa in libertà delle otto persone, esponenti dei vertici societari e aziendali dell’Ilva, ai domiciliari da giovedì della scorsa settimana con l’accusa di disastro ambientale.
In ogni caso i magistrati dovranno depositare il loro provvedimento entro giovedì, in base alla norma. Stamattina, in un Tribunale blindato, è ripresa l’udienza con l’intervento di alcuni avvocati dell’Ilva che ieri non hanno preso la parola.
L’udienza di ieri, durata quasi dieci ore, ha visto Procura e Ilva scontrarsi su più fronti (per l’Ilva era in aula anche il presidente Bruno Ferrante).
Sulle emissioni inquinanti, l’Ilva ha sottolineato nella sua controperizia di essere stata sempre nei limiti posti dall’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal ministero il 4 agosto del 2011, mentre la Procura ha ribattuto che questo discorso vale per le emissioni convogliate e non per quelle diffuse o fuggitive come quelle per i parchi minerali.
I legali dell’Ilva hanno, poi, sostenuto che Emilio Riva, ex presidente dell’Ilva e patron del gruppo siderurgico, non aveva alcuna intenzione di fuggire visto che proprio nei giorni che hanno preceduto il suo arresto stava programmando una serie di incontri con i rappresentanti delle istituzioni e del Governo sia a Roma, che a Bari e Taranto. E quindi è inconsistente l’accusa di pericolo di fuga fatta dai giudici che ne hanno ordinato l’arresto insieme al figlio Nicola, anche lui ex presidente dell’Ilva.
La Procura ha, invece, rilanciato su questo fronte portando al riesame delle intercettazioni da cui si evincono i contatti che uomini Ilva avevano con i rappresentanti degli enti pubblici preposti al controllo ambientale e soprattutto i loro tentativi di condizionare sia l’accertamento della verità, sia la definizione delle autorizzazioni. E’ finita con la deposizione degli ultimi avvocati dell’Ilva l’udienza al Tribunale del Riesame sul caso Ilva. Il verdetto arriverà mercoledì prossimo. (Agi)