ANKARA (Turchia) – I mandanti dell’omicidio del giornalista turco-armeno Hrant Dink, ucciso a gennaio 2007 a Istanbul, di fronte alla sede della rivista Agos che dirigeva, avevano in programma anche l’uccisione di Orhan Pamuk, scrittore turco Premio Nobel.
Lo ha rivelato Yasin Hayal, una delle menti dell’omicidio Dink, citato dal quotidiano Taraf. Per l’omicidio sono stati arrestati l’esecutore, Ogun Samast, e Hayal. Quest’ultimo, quando si presentò per la prima volta di fronte ai giudici nel 2007, disse che “Orhan Pamuk dovrebbe stare attento”.
A cinque anni di distanza, dalla prigione in cui è detenuto, Hayal ha spiegato la sua frase, rivelando che Erhan Tuncel, che lavorava come informatore della polizia di Trebisonda (la città di Samast) e che era stato arresto dopo l’omicidio, per poi essere rilasciato, gli aveva detto: “Hrant Dink e Orhan Pamuk sono pericolosi per la nazione, devono essere uccisi. Dink ha la priorità”.
Il piano di uccidere Pamuk, secondo Hayal, è saltato a causa del grande sdegno e della risonanza internazionale prodotti dall’omicidio di Dink. A gennaio Samast è stato condannato a 22 anni e 10 mesi di carcere, Hayal all’ergastolo e Tuncel è stato assolto.
Hayal si è detto dispiaciuto per la vicenda. “Se un giorno riuscirò a uscire da questo posto, voglio andare da Pamuk, baciargli la mano e scusarmi con lui – ha detto – sono molto dispiaciuto”.
Pamuk è finito nel mirino degli ultranazionalisti turchi per aver dichiarato nel 2005, in un’intervista a un giornale svizzero, che “30mila curdi e un milione di armeni sono stati uccisi” dai turchi, un chiaro riconoscimento del genocidio armeno. Per questa frase, Pamuk è finito sotto processo, perché la Turchia considera un reato affermare che sia stato commesso un genocidio contro gli armeni. (Aki)
Nel mirino dei mandanti dell’omicidio del giornalista c’era lo scrittore turco premio Nobel