“Un professionista può fare il docente di flauto a Campobasso, ma non di lettere e storia ad Ancona”

Ordine dei giornalisti, due pesi e due misure

Franco Abruzzo (presidente emerito dell’Odg della Lombardia)

Franco Abruzzo

Vincenzo Cimino

MILANO – Accade anche questo nell’ambito dell’Ordine nazionale dei Giornalisti. Campobasso: professionista e docente di flauto è possibile. Ancona: professionista e docente di letteratura italiana e storia non è possibile. Due pesi e due misure. Il Consiglio nazionale sta a guardare, anche perché il docente di flauto (Vincenzo Cimino) è il segretario della sua Commissione giuridica.
Diverso il destino di Paolo Rocco, giornalista professionista di origine napoletana, iscritto all’Ordine delle Marche: questo Consiglio, con una decisione tecnicamente sbagliata, lo ha cancellato dall’elenco professionisti e lo ha trasferito d’ufficio a quello dei pubblicisti.
Secondo il Consiglio di Ancona, l’appartenenza all’elenco dei professionisti è incompatibile con l’insegnamento di letteratura italiana e  storia (materie che, invece, sono fondamentali per la professione di giornalista).
Va detto che Vincenzo Cimino non fa mistero del suo insegnamento, che gli regala soddisfazioni e  riconoscimenti. Vincenzo Cimino ha ragione, perchè sa che da sempre insegnamento e giornalismo sono compatibili.
Le sezioni unite civili della Cassazione (in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8691) hanno ritenuto compatibili la professione di avvocato e quella di insegnante elementare: “La Corte (investita a Sezioni Unite attesa la novità della questione), ha fondato diverso atteggiamento in base ad una lettura costituzionalmente orientata della norma e ad una sua interpretazione estensiva.
Sul piano della legittimità costituzionale è stata richiamata una decisione della Consulta (390/2006) con cui l’eccezione al regime delle incompatibilità era stata posta in rapporto al principio costituzionale della libertà dall’insegnamento, pervenendo alla conclusione che tanto il rapporto di impiego, quanto il vincolo di subordinazione da esso derivante non possano ritenersi incidenti sull’insegnamento e men che meno sulla libertà richiesta dall’esercizio della professione forense.
E’, quindi, da ritenersi irragionevole (secondo la Corte) il limite indicato dalla norma sopra richiamata che limita quindi l’eccezione ai soli docenti universitari ed agli insegnanti degli istituti superiori, stante la medesima libertà anche dell’insegnante di scuola elementare.
La funzione docente, in qualsiasi grado, è intesa come esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo ed alla formazione umana e critica della loro personalità”.  Questo princioio non vale per tutti gli Ordini?
L’Ordine dei Giornalisti ha sempre garantito l’iscrizione all’elenco professionisti a personalità dell’Università come Giovanni Spadolini e Sergio Turone; a diversi direttori generali della Rai, a un sovrintendente della Scala, ai presidenti della Fieg (Giovanni Giovannini e Giulio Anselmi), a insegnanti del Conservatorio di Milano. il Ministero della Giustizia si è espresso dando via libera alla compatibilità tra giornalismo professionale e insegnamento (nel caso di Turone).
La vicenda di Paolo Rocco fa male all’interessato e all’Ordine e rafforza le voci di quanti ne vogliono la soppressione, come ente inutile e anacronistico.

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