TRENTO – L’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige esprime “sconcerto e meraviglia” per la sentenza emessa il 20 giugno dal Tribunale di Bolzano con cui, oltre ad una pena pecuniaria, sono stati comminati quattro mesi di reclusione al collega Orfeo Donatini e al direttore del quotidiano Alto Adige di quegli anni, Tiziano Marson.
“La sentenza – afferma l’Odg del Trentino Alto Adige – è una nuova tappa di un processo per querela avviatosi nel 2008 – e che in un primo momento vide il collega assolto da ogni accusa – e che, invece, ora condanna Orfeo Donatini per avere riferito sulle pagine dell’Alto Adige di accertamenti di polizia a carico di Sven Knoll per la sua possibile vicinanza ad ambienti di estrema destra. Notizia questa in precedenza già riportata da un periodico di diffusione nazionale”.
Per l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige “soprattutto desta meraviglia che la condanna venga comminata perché sia stata data una notizia basata su un documento di polizia, ancorché riservato, nonché stupore perché raramente si è assistito a una condanna di reclusione per un giornalista che ha esercitato il diritto di cronaca”.
L’Ordine ricorda che “è dovere e diritto dei giornalisti pubblicare le notizie di cui si viene a conoscenza se queste hanno interesse per la comunità soprattutto se riferite a personaggi pubblici. Per questo la condanna desta sconcerto, pur restando in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza”.
L’Ordine esprime “vicinanza al collega Donatini e si augura che questo possibile vulnus alla libertà di stampa e al diritto di cronaca possa essere rivisto nei prossimi gradi di giudizio”.
Per l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige “soprattutto desta meraviglia che la condanna venga comminata perché sia stata data una notizia basata su un documento di polizia, ancorché riservato, nonché stupore perché raramente si è assistito a una condanna di reclusione per un giornalista che ha esercitato il diritto di cronaca”.
L’Ordine ricorda che “è dovere e diritto dei giornalisti pubblicare le notizie di cui si viene a conoscenza se queste hanno interesse per la comunità soprattutto se riferite a personaggi pubblici. Per questo la condanna desta sconcerto, pur restando in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza”.
L’Ordine esprime “vicinanza al collega Donatini e si augura che questo possibile vulnus alla libertà di stampa e al diritto di cronaca possa essere rivisto nei prossimi gradi di giudizio”.