Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, al Meeting dell’Efj che apre alla Russia e fa i conti con la crisi europea

“Dignità del lavoro, stella polare di tutti i giornalisti”

L’Assemblea dell’Efj al “Giovanni XXIII” di Bergamo

Franco Siddi e Gianni Pittella

BERGAMO – “La dignità del lavoro deve essere la stella polare di tutti i lavoratori, quindi anche dei giornalisti, ai quali devono essere assicurate adeguate condizioni di lavoro, giuste retribuzioni e tutele previdenziali e assistenziali. Il giornalista in sofferenza economica, oltre che povero, è meno libero e lo è ancora di più se viene messo sotto controllo dal punto di vista politico e commerciale”.
Il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi, nel porgere il saluto dei giornalisti italiani al Meeting Annuale dell’Efj, ha rivolto il proprio pensiero ai lavoratori autonomi, ovvero ai meno garantiti, ai più sfruttati e indifesi. “Nessun freelance – ha sottolineato Siddi – deve essere pagato meno di quanto, per lo stesso lavoro, percepisce un contrattualizzato”.
“Estendere ai freelance le regole del lavoro dignitoso – ha sottolineato Siddi – è l’impegno a cui il sindacato dei giornalisti non può sottrarsi per tenere l’informazione e la cultura liberi da ogni vincolo”. Il segretario generale della Fnsi ha, quindi, evidenziato la necessità di “garantire regole costituzionali europee a tutela dell’informazione, soprattutto in un momento particolarmente difficile per l’industria dei media. Una situazione in evoluzione, con confini ancora da definire, che impone di percorrere tutte le strade possibili per curare i mali della crisi”.
Insomma, ha concluso Siddi, la sfida del sindacato dei giornalisti non può che essere quella di “consolidare il proprio carattere solidale, culturale e pratico in un’Europa che è stata culla del giornalismo libero e del sindacato dei giornalisti”.
L’Assemblea continentale dei giornalisti europei, che da oggi a domenica è impegnata nel meeting annuale ospitato dal Centro Congressi “Giovanni XXIII” di Bergamo, registra la partecipazione di 83 giornalisti europei, otto dei quali italiani.
Ad aprire i lavori è stato il presidente dell’Efj, Arne König, spiegando che in quello che “secondo le previsioni della Bbc è il luogo climaticamente più caldo d’Europa”, i giornalisti si interrogano su come combattere la tempesta economica che si sta abbattendo sul vecchio continente”.
Un anno dopo il Congresso nazionale della Fnsi, Bergamo diventa per tre giorni capitale del giornalismo europeo ricercando nuove regole e soluzioni possibili per migliorare le condizioni di lavoro per il giornalismo e la libertà di stampa.
L’appuntamento italiano segna anche l’ingresso di tre nuovi Paesi nell’Efj: Irlanda, Macedonia e – proprio ieri – Russia. L’ingresso del sindacato russo nell’European Federation of Journalists viene giudicato dal segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, come “un passaggio di grande significato nella storia del giornalismo europeo, perché impegna la stampa di quello sterminato Paese, che sconfina in Asia, al confronto con canoni di indipendenza, libertà di stampa e democrazia sindacale finora sconosciuti nell’ex Unione Sovietica”.
Da non trascurare, inoltre, l’enorme peso del sindacato dei giornalisti russi, che da solo rappresenta un quarto degli iscritti dell’intera federazione europea. Insomma, con la Russia, l’Efj ha la possibilità di sperimentare una nuova visione dell’Europa che va ben oltre le tradizionali sfide di un mondo che non c’è più, ma ancora una volta si trova a fare i conti con intromissioni di poteri molto forti.
E che l’Europa sia effettivamente ad un bivio, lo ha evidenziato il vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, secondo il quale “è grave il rischio di scomparsa dell’eurozona”.
Debiti molto elevati e insostenibili nel lungo periodo, caratterizzano, infatti, la più grave crisi finanziaria che il vecchio continente abbia mai conosciuto. Inevitabile, quindi, per l’Europa ritrovare la lucidità necessaria a scongiurare il disastro aggravato dall’errore, da parte di molti Stati, di assumere decisioni che non considerano i metodi comunitari, ma sono finalizzati esclusivamente a risolvere i problemi interni.
Pittella si è poi soffermato sulla creazione di una “zona libera” in una drammatica realtà nella quale la disoccupazione giovanile ha superato la soglia del 50 percento, la crescita del Pil nel primo semestre del 2012 segna un indice negativo, con Mario Draghi e la Banca Centrale Europea che, da soli, non possono colmare tutti i vuoti.
“Senza crescita – ha tagliato corto il vicepresidente del Parlamento Europeo – rischiamo di condannare l’Europa a un lungo periodo di depressione. Dunque, al primo posto dell’agenda europea deve essere posto un programma di crescita che ha bisogno di un concreto sostegno politico e di un compromesso”.
La ricetta è semplice, ma nel contempo spietata: “Fondi strutturali da utilizzare in modo più efficace e disponibilità a riconsiderare il nostro memorandum di accordi con la Grecia. L’Europa, insomma, deve avere un atteggiamento più reattivo per sviluppare un’economia di scala e accelerare il processo decisionale”.
Sul “nodo” banche, Gianni Pittella non ha dubbi: “L’unione bancaria europea passa dallo schema di garanzie e dalla creazione di un’autorità con una supervisione vera e propria a livello continentale. In questa direzione il Parlamento Europeo ha già chiesto maggiore trasparenza sulle transazioni bancarie”.
Quanto all’Efj, Pittella ha, infine, sottolineato “l’enorme potere del sindacato dei giornalisti europei di forgiare l’opinione pubblica. Spesso – ha detto il vicepresidente del Parlamento Europeo ai giornalisti – siete stati più responsabili dei politici. E questo è un motivo d’orgoglio di cui potete andare fieri”.
Tanta carne al fuoco, insomma, per l’assemblea annuale dei giornalisti europei che il presidente della Fnsi, Roberto Natale, ha sintetizzato in quello che rappresenta il filo conduttore del meeting bergamasco: “Ragioniamo di Europa anche in tema di diritti da condividere. Non solo criteri economico-finanziari, ma regole di libertà di stampa”.
Il “padrone di casa”, Paolo Perucchini,  bergamasco doc e componente della Segreteria Fnsi, che a un anno di distanza dal Congresso nazionale della Fnsi si è, ancora una volta, assunto l’onere di coordinare l’organizzazione, resa possibile grazie al contributo del Comune, della Provincia e della Camera di Commercio di Bergamo, dal canto suo ha messo in luce un aspetto fondamentale: il rapporto tra enti pubblici e informazione. Una sinergia che funziona – come avviene a Bergamo – soltanto se è finalizzata alla promozione del territorio, senza fini oscuri o irriferibili. L’unico “do ut des” possibile, tra giornalismo e pubblica amministrazione, è quello di raccontare il territorio, promuovendo e valorizzando risorse e professionalità.
Quel che è certo è che, in una situazione drammatica per il mondo del lavoro e l’economia europea, la categoria dei giornalisti si ritrova a fare i conti con problemi che, al di là della crisi, scontano lo spietato prezzo della globalizzazione dell’informazione: miliardi di notizie in una giungla senza regole. E’ la rete, bellezza.

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