I consiglieri nazionali Fnsi de “L’Alternativa” dicono “basta agli stati di crisi senza fine”

“L’Odg è un’indecente fabbrica di disoccupati”

Paolo Corsini

Pierangelo Maurizio

ROMA – La conferenza nazionale dei Cdr, appendice della riunione del Consiglio nazionale della Federazione nazionale della stampa italiana, si è rivelata “un’occasione sprecata” dal sindacato unico dei giornalisti italiani. Lo affermano i consiglieri Fnsi Massimo Calenda, Paolo Corsini, Marco Ferrazzoli, Pierangelo Maurizio, aderenti a l’Alternativa.
Per i quattro consiglieri nazionali “sarebbe stato più utile per tutti i giornalisti che l’assemblea fosse un momento di ascolto delle esigenze dei colleghi impegnati a combattere il tentativo dei gruppi editoriali di scaricare il costo della crisi sulle sole redazioni, invece che sentire dotte riflessioni sul mercato del lavoro”.
Secondo l’Alternativa “la disaffezione al sindacato si acuisce non ascoltando chi è in prima linea, nelle redazioni, a cercare di mantenere in vita le garanzie contrattuali per i colleghi”.
Rivolgendosi alla Segreteria e alla Giunta Esecutiva, i quattro consiglieri nazionali insistono “nel dire basta con gli stati di crisi senza fine. L’accoglimento dello stato di crisi aziendale deve essere concesso da parte della Fnsi, in sede Ministero del lavoro, solo quando la fuoriuscita di colleghi venga preceduta da quella di manager e direttori che evidentemente hanno fallito nella gestione della testata”.
Inoltre, “nel prendere atto che l’esorbitante numero di 101mila iscritti all’Ordine dei giornalisti impone un intervento immediato che ponga fine a questa indecente fabbrica di disoccupati”, Calenda Corsini, Ferrazzoli e Maurizio dicono “basta con i praticantati d’ufficio senza che si attivino con successo ed efficacia gli ispettori Inpgi; basta con i praticantati rilasciati – o meglio «venduti» – dalle scuole di giornalismo senza tener conto delle possibilità di un mercato del lavoro a dir poco asfittico”.
Infine, secondo i quattro consiglieri nazionali è necessario rivendicare “con voce alta e forte la necessità di una rapida soluzione del nodo della nuova governance Rai, questa deve passare necessariamente attraverso il vaglio democratico del Parlamento, in linea con quanto sancito più volte dalla Corte costituzionale.
Sottrarre la Rai al controllo asfittico dei partiti, non vuol dire certo porla sotto il controllo delle lobby e dei poteri forti. Nessuna emergenza, poi, può giustificare il mancato rispetto delle leggi della Repubblica”.

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