L’ex primo ministro britannico, testimone nella “Leveson Inquiry” trattò con Prodi l’acquisto di un pezzo di Mediaset

Tony Blair: “Ho scelto di non attaccare il potere dei media”

Tony Blair

Rupert Murdoch

LONDRA (Gran Bretagna) – “Presi una decisione strategica quando decisi di non attaccare il potere dei media durante i miei governi”. Lo ha detto l’ex primo ministro britannico, Tony Blair, nel corso della sua testimonianza nell’ambito della “Leveson Inquiry”, l’inchiesta voluta da David Cameron sull’etica della stampa a seguito dello scandalo Murdoch sulle intercettazioni.
Secondo Blair, che è stato premier fra 1997 e 2007, la battaglia sarebbe stata così dura che avrebbe impedito al suo governo di portare a compimento qualunque altro progetto.
L’ex primo ministro ha detto che è inevitabile che i politici e i grandi editori abbiano dei rapporti stretti, ma è importante evitare che non superino certi limiti diventando insani. Secondo Blair, che conosce bene Murdoch ed è padrino di uno dei figli del tycoon, il problema principale della stampa britannica è il confine troppo sfumato fra la notizia e il commento in alcuni giornali dove il giornalista diventa uno “strumento di potere politico”.
“E’ certo che uno teme che questo potere sia diretto contro di te”, ha detto Blair. “per questo presi una decisione strategica – questa era una questione di cui non mi sarei occupato”.
“Stavo tentando di fare tante cose per il Paese, per il Labour Party ed ero convinto che se avessi dato battaglia non avrei avuto più tempo per il resto”. Blair ha infine detto che i due giornali più potenti del Regno Unito sono “The Sun” e il “Daily Mail”. Se litigavi con il Daily Mail, venivi attaccato su tutti i fronti, ha detto all’inchiesta, aggiungendo che la sua famiglia aveva subito un tale trattamento. (TmNews)
L’ex primo ministro Tony Blair, oggi, ha anche ammesso oggi di essere “intervenuto” nel 1998 sull’allora premier italiano Romano Prodi per conto di Rupert Murdoch che voleva comprare un pezzo di Mediaset. All’epoca Downing Street smentì categoricamente che Blair avesse sollevato la questione con Prodi.
Oggi, invece, l’ex leader laburista ha ammesso di aver chiesto all’allora presidente del Consiglio la sua opinione sull’affare che alla fine non andò in porto. In una dichiarazione scritta consegnata alla Commissione Leveson Blair ha spiegato che il contatto con Prodi gli era servito a capire se da parte italiana ci sarebbero state obiezioni all’affare e ha precisato di aver consultato il Cabinet Secretary (l’equivalente del segretario alla presidenza del Consiglio) sull’opportunità di sollevare la questione”.
Blair ha detto oggi alla Commissione che “non c’era nulla di male” nel chiedere alla sua controparte italiana la sua opinione e non ha nascosto la sua frustrazione per le polemiche che la telefonata creò all’epoca: “Un intervento perfettamente giustificato, e che durò due minuti, finì per occupare due settimane del nostro tempo”. (Ansa)

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