La denuncia di Reporter senza frontiere: “Bahaa Khairi Attalah Moussa prelevato senza spiegazioni, venga subito liberato”

Cisgiordania: militari arrestano il direttore della tv “Al-Asir”

Il canale satellitare “Al-Asir”

RAMALLAH (Cisgiordania) – E’, ancora una volta, Reporter senza frontiere a denunciare al mondo e a condannare l’arresto da parte di militari israeliani di Bahaa Khairi Attalah Moussa, direttore di “Al-Asir”, canale satellitare dedicato ai prigionieri palestinesi. Arresto avvenuto il 17 maggio nella regione di Jenin, nel nord della Cisgiordania: i soldati hanno confiscato anche apparati per la tasmissione, computers, videocamere e dcumenti.
“Queste azioni che vogliono soffocare lo spazio dei media – sottolinea Rsf – devono cessare. E’ la terza volta dall’inizio del 2012 che le autorità israeliane se la prendono con i media palestinesi. Chiediamo l’immediata liberazione di Bahaa Moussa e la restituzione di tutto il materiale sequestrato; oltretutto questo raid, effettuato nei territori ad amministrazione palestinese, è illegale rispetto al diritto internazionale”.
Secondo quanto racconta l’organizzazione internazionale per la libertà di informazione, la casa di Bahaa Moussa, nel villaggio di Marka, a sud di Jenin, è stata assaltata dai soldati israeliani la notte tra il 16 e il 17 maggio, all’una e mezza. Senza alcuna spiegazione i militari hanno arrestato il direttore e perquisito la sua casa, confiscando materiale professionale.
“Secondo alcune informazioni – dichiara Rsf – Bahaa Moussa, che ha 38 anni, sarebbe attualmente detenuto al centro interrogatori di Al-Jalameh, vicino ad Haïfa”.
Lanciato il primo aprile scorso, il canale “Al-Asir” si occupa di notizie d’attualità che riguardano i prigionieri palestinesi e le loro famiglie, ma diffonde anche programmi culturali. Finanziato da fondi privati, “Al-Asir” è indipendente da qualunque formazione politica.
Un episodio, quello dell’arresto di Bahaa Moussa, che fa seguito ad altri drammatici eventi: “Il 2 aprile – fa sapere Reporter senza frontiere – decine di poliziotti israeliani avevano fatto irruzione nella sede di un network legato all’Istituto dei Media Contemporanei dell’Università Al-Quds (Università di Gerusalemme), che comprende la radio Houna Al-Quds e l’omonima agenzia di stampa, situata nel quartiere di Al-Khaldyeh, a Gerusalemme Est. Le forze dell’ordine ne avevano ordinato la chiusura e avevano confiscato una parte del materiale”.
E ancora: “Il 29 febbraio l’esercito israeliano ha effettuato un raid contro i canali tv ‘Al-Watan’ e ‘Al-Quds Educational TV’ (legato all’Università Al-Quds) a Ramallah, territorio controllato dall’Autorità palestinese. In seguito a queste irruzioni illegali i due canali palestinesi sono stati costretti a sospendere le loro attività”.

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