BRINDISI – Seggio elettorale della Scuola “Salvemini” di Brindisi “off limits” per telecamere e giornalisti. Gli operatori dell’informazione sono stati, infatti, bloccati dai carabinieri mentre, al seguito del candidato sindaco della lista “Brindisi bene Comune”, Riccardo Rossi, si apprestavano a riprenderlo durante le operazioni di voto. Un carabiniere, in particolare, ha ammonito i giornalisti a tenersi ad almeno 200 metri di distanza dal seggio.
Giornalisti e operatori sono stati, quindi, invitati a farsi identificare ed i relativi documenti di identità sono stati loro restituiti dopo una quarantina di minuti. Sul posto è intervenuta anche la Digos.
Un episodio a dir poco spiacevole che non ha prodotto altri effetti (per fortuna) se non quelli di esacerbare gli animi dei cronisti salentini, molti dei quali già messi a dura prova da mancati stipendi e collaborazioni da fame. Non è un caso, dunque, se domani, alle 15, in occasione delle elezioni amministrative, un gruppo di giornalisti del Salento, che hanno dato vita al movimento “Informazione precaria”, protesterà “pacificamente nel corso delle dirette televisive di commento al voto indossando un adesivo con alcuni semplici slogan per sottolineare come quella del giornalista sia una professione fondamentale per un Paese davvero democratico”. Piccoli adesivi arancioni con su scritto “L’informazione non è un hobby”, “Anche l’informazione nel suo piccolo s’incazza”, “Il giornalismo non è un hobby”, “Informazione precaria”.
Un episodio a dir poco spiacevole che non ha prodotto altri effetti (per fortuna) se non quelli di esacerbare gli animi dei cronisti salentini, molti dei quali già messi a dura prova da mancati stipendi e collaborazioni da fame. Non è un caso, dunque, se domani, alle 15, in occasione delle elezioni amministrative, un gruppo di giornalisti del Salento, che hanno dato vita al movimento “Informazione precaria”, protesterà “pacificamente nel corso delle dirette televisive di commento al voto indossando un adesivo con alcuni semplici slogan per sottolineare come quella del giornalista sia una professione fondamentale per un Paese davvero democratico”. Piccoli adesivi arancioni con su scritto “L’informazione non è un hobby”, “Anche l’informazione nel suo piccolo s’incazza”, “Il giornalismo non è un hobby”, “Informazione precaria”.