TRIESTE – Quest’anno l’uovo di Pasqua contiene una brutta sorpresa per giornalisti e tipografi del Primorski dnevnik, ma anche per i lettori dell’unico quotidiano sloveno in Italia. Martedì prossimo il giornale non sarà in edicola, il giorno prima (lunedì di Pasqua) i giornalisti e il personale amministrativo non saranno al lavoro.
E’, infatti, l’abolizione del lavoro festivo il primo provvedimento dell’editore Dzp-Prae per far fronte alla crisi economica che ha investito anche il Primorski dnevnik. Le cause sono note: i contributi statali, grazie ai quali il quotidiano sopravvive, sono ridotti di anno in anno e vengono liquidati con grande ritardo.
E’, infatti, l’abolizione del lavoro festivo il primo provvedimento dell’editore Dzp-Prae per far fronte alla crisi economica che ha investito anche il Primorski dnevnik. Le cause sono note: i contributi statali, grazie ai quali il quotidiano sopravvive, sono ridotti di anno in anno e vengono liquidati con grande ritardo.
Per il 2010 sono stati addirittura ridotti retroattivamente del 15%, mentre l’editore in questo momento non sa a quanto ammonterà il contributo per il 2011 (!). Il giornale sloveno vive, quindi, momenti di grande incertezza.
Il Cdr del Primorski dnevnik ha pubblicato sul giornale ieri (6 aprile) un lungo comunicato per informare i lettori sul futuro che attende il Primorski dnevnik: fogliazione ridotta, riduzione dell’organico, contratti di solidarietà per tutti i 18 giornalisti e i 10 dipendenti tecnico-amministrativi, abolizione degli straordinari, diminuzione del budget per i collaboratori.
Ancora una volta a pagare le spese più grandi saranno i lettori e dipendenti. Ma i giornalisti non sono d’accordo e chiedono all’editore e alla cooperativa, proprietaria del giornale, misure alternative.
Il Cdr del Primorski dnevnik ha pubblicato sul giornale ieri (6 aprile) un lungo comunicato per informare i lettori sul futuro che attende il Primorski dnevnik: fogliazione ridotta, riduzione dell’organico, contratti di solidarietà per tutti i 18 giornalisti e i 10 dipendenti tecnico-amministrativi, abolizione degli straordinari, diminuzione del budget per i collaboratori.
Ancora una volta a pagare le spese più grandi saranno i lettori e dipendenti. Ma i giornalisti non sono d’accordo e chiedono all’editore e alla cooperativa, proprietaria del giornale, misure alternative.
La Federazione Nazionale della Stampa e Associazione Stampa Friuli Venezia Giulia, presieduta da Carlo Muscatello, denunciano che quella del Primorski dnevnik è una delle conseguenze della crisi che morde i giornali di idee, delle cooperative, delle minoranze linguistiche. Anche le incertezze e i ritardi su finanziamenti pubblici concorrono pesantemente a queste situazioni.
Il Sindacato dei giornalisti, quello regionale del Friuli Venezia Giulia e la Fnsi, sono vicini ai colleghi e restano con loro impegnati a sostenere ogni azione utile per salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, professionale ed editoriale del giornale.
Alla luce degli sforzi fatti e dei risultati raggiunti nel confronto con lo Stato per l’assegnazione dei fondi relativi al 2010 e per la prosecuzione di un sistema trasparente di aiuti anche nel 2012, il Sindacato dei giornalisti affianca il Cdr nel richiedere all’editore e alla cooperativa titolare del giornale di concertare ogni soluzione alternativa possibile per tenere inalterata dimensione e qualità del giornale.
Il Sindacato dei giornalisti, quello regionale del Friuli Venezia Giulia e la Fnsi, sono vicini ai colleghi e restano con loro impegnati a sostenere ogni azione utile per salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, professionale ed editoriale del giornale.
Alla luce degli sforzi fatti e dei risultati raggiunti nel confronto con lo Stato per l’assegnazione dei fondi relativi al 2010 e per la prosecuzione di un sistema trasparente di aiuti anche nel 2012, il Sindacato dei giornalisti affianca il Cdr nel richiedere all’editore e alla cooperativa titolare del giornale di concertare ogni soluzione alternativa possibile per tenere inalterata dimensione e qualità del giornale.