La tv pubblica “colpevole” di aver messo in onda un documentario sui cortei anti-Putin accusati di essere prezzolati

Mosca: boicottaggio per protesta contro “Ntv”

La protesta contro Ntv

MOSCA (Russia) – Note marche di detersivi, ammorbidenti, lamette, persino di patatine potrebbero finire “vittime” dell’ultima battaglia tra opposizione e autorità russe. Per protestare contro la tv pubblica “Ntv” – “colpevole” di aver mandato in onda un documentario, in cui si accusa il movimento anti-Putin di pagare i manifestanti in piazza, blogger e internauti hanno lanciato una campagna di boicottaggio dei prodotti pubblicizzati sull’emittente.
Si tratta di una nuova tecnica da parte degli oppositori, già reduci da picchetti sotto la sede di “Ntv” a Mosca, dispersi dalla polizia con un centinaio di fermi lo scorso 18 marzo.
Alla protesta avevano partecipato anche alcuni leader delle opposizione, come Boris Nemtsov e Sergei Udaltsov. Molti manifestanti indossavano i nastri bianchi, simbolo del movimento nato a dicembre “per elezioni oneste” e contro il ritorno di Vladimir Putin al Cremlino.
Andato in onda lo scorso 15 marzo, il documentario “Anatomia di una protesta” sostiene, inoltre, che le proteste anti-Putin siano “finanziate” dagli Stati Uniti. Subito dopo la sua messa in onda, il filmato ha provocato una raffica di commenti negativi e insulti sui social network, fino a un attacco hacker al sito dell’emittente. Il programma ha suscitato critiche anche all’interno dello stesso staff di “Ntv”: su Facebook, il direttore Alexander Urzhanov ha definito il filmato “una vera disgrazia”.
“P&G non ha nessun prodotto esclusivo e potremmo facilmente sostituire quelli che pubblicizza su “Ntv” con quelli concorrenti”, ha spiegato sul suo blog il giornalista e attivista dell’opposizione Alexander Plushchev. Indire un boicottaggio equivale a un attacco al “libero scambio di opinione”, ha commentato Nikolai Senkevich, capo della holding pubblica Gazprom-media, che controlla il canale.
Dal canto suo Procter & Gamble, che cura la raccolta di pubblicità dell’emittente, ha dichiarato il suo rispetto al diritto di espressione, ma ha condannato il tentativo di rendere l’azienda “strumento” di una guerra politica. Nel 2011, P&G ha raccolto il 5,2% di tutta la pubblicità in Russia, secondo i dati del gruppo di ricerca Tns Media Intelligence, con sede a Mosca. (Agi)

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