Appello alle istituzioni e all’imprenditoria toscana per trovare soggetti interessati a rilanciare il quotidiano

“Nuovo Corriere”, cinque giorni di sciopero contro i tagli

FIRENZE – Un appello, accompagnato da una petizione che sarà presto online, a tutte le istituzioni locali e all’imprenditoria toscana per trovare soggetti interessati a rilanciare il Nuovo Corriere.
Lo hanno annunciato ieri, nel corso di un’assemblea nella sede dell’Associazione Stampa Toscana, a Firenze, rappresentanti del Cdr della testata insieme al presidente di Ast, Paolo Ciampi, nel primo dei cinque giorni di sciopero indetti dai giornalisti del gruppo per protestare contro il drastico taglio al personale annunciato per la metà di aprile dall’amministratore dell’azienda editoriale Michele Polacco.
“La prospettiva immediata è la perdita di 8 giornalisti su 18 e di 3 su 5 poligrafici – hanno spiegato Silvia Pasquini e Omero Cambi del Cdr – ma si tratta di riduzioni che porteranno alla morte del giornale, perchè rendono impossibile realizzare un prodotto competitivo. Per questo sono inaccettabili, anche in virtù del fatto che arrivano dopo la chiusura delle edizioni di Prato, di Lucca e della Versilia, in un anno in cui i contratti a termine dei colleghi precari non sono stati rinnovati ed i collaboratori non sono stati pagati per i lavoro da loro svolto”.
Fondamentale per mantenere in vita la testata (nella quale sono attive al momento solo le cronache di Firenze ed Arezzo), hanno poi aggiunto i giornalisti, “è poi il pagamento dei contributi all’editoria per il 2010, che lo Stato non ha ancora versato: ed è di vitale importanza che questo avvenga al più presto”.
Per il presidente dell’Ast, Ciampi “occorre subito attivarsi per salvare il nuovo Corriere, importante testata radicata da anni a Firenze ed Arezzo: la Regione e tutti gli enti locali intervengano subito aprendo un tavolo di crisi dell’editoria, da tempo in grave affanno sul territorio toscano”.
All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, Duccio Tronci, uno dei cronisti precari del nuovo Corriere al quale non è stato rinnovato il contratto, numerosi collaboratori della testata, e rappresentanti dei cdr del Giornale della Toscana e del Corriere fiorentino. Durante l’assemblea sono poi intervenuti il responsabile delle relazioni esterne della fiorentina Gianfranco Teotino, il consigliere regionale Enzo Brogi (Pd) e quello provinciale Andrea Calò. (Ansa).

Il documento dell’assemblea dei lavoratori

Il Nuovo Corriere è in sciopero. L’assemblea dei giornalisti e dei poligrafici ha deciso di attuare subito il primo di un pacchetto di cinque giorni di sciopero varato la settimana scorsa dopo che l’altra mattina l’amministratore Michele Polacco ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio della metà del personale a partire da aprile.
La prospettiva immediata è la perdita di 8 giornalisti sui 18 attualmente impegnati nelle varie redazioni, e di 3 dei 5 poligrafici, numeri che di fatto non solo rendono impossibile la realizzazione di un prodotto competitivo, ma che mettono in discussione la stessa possibilità del giornale di andare in edicola.
Dopo mesi di trattative e tensioni sul futuro delle edizioni de il Nuovo Corriere, un periodo difficile che ha visto anche la chiusura delle edizioni di Lucca, della Versilia e di Prato, è arrivata dall’azienda una proposta inaccettabile: inaccettabile per la qualità del giornale che potrebbe esser fatto con le minime risorse messe a disposizione, inaccettabile per le professionalità che andrebbero perse, e inaccettabile infine per la stessa dignità dei giornalisti e dei poligrafici.
Contestiamo anche la gestione priva di qualsiasi logica imprenditoriale messa in piedi in questi anni dall’azienda, incapace di programmare e investire.
Alla nostra battaglia si uniscono anche tutti i collaboratori delle varie edizioni – quelle rimaste e quelle sospese – che da un anno non sono pagati in barba ai più elementari diritti dei lavoratori. La nostra voce, inoltre, è anche quella dei nostri ex colleghi che hanno perso il lavoro in questi ultimi e tragici mesi perché l’azienda non ha rinnovato loro i contratti.
L’assemblea lancia quindi l’appello a tutte le forze politiche e imprenditoriali della regione chiedendo aiuto per trovare soggetti interessati a rilanciare una testata ormai radicata nella città di Firenze, dove esiste dal 1999, e che dal 2008 si è affermata con successo anche ad Arezzo.
Fondamentale per la vita del giornale è inoltre il pagamento dei contributi all’editoria maturati nel 2010 e che lo Stato ancora non ha liquidato. Nel rispetto delle verifiche disposte da Roma sull’uso dei fondi pubblici, per il Nuovo Corriere, come per tanti altri giornali di tutta Italia, poter accedere ai contributi già maturati è un requisito indispensabile per la stessa sopravvivenza, ed è fondamentale che vengano sbloccati al più presto.
Giornalisti e poligrafici de il Nuovo Corriere di Firenze e de il Nuovo Corriere Aretino, in accordo con Assostampa Toscana e Slc Cgil, attueranno tutte le iniziative possibili per salvare il giornale e la dignità di chi ci lavora.
Non è retorica: la chiusura del Nuovo Corriere rischia di far rimanere senza una voce un pezzo importante della città e della provincia che sulle nostre colonne ha sempre trovato spazio.
L’assemblea dei giornalisti e dei poligrafici

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