ROMA – C’è ancora tempo per evitare che il compleanno per i dieci anni del “Riformista” non si trasformi in un funerale? Secondo il corpo redazionale del quotidiano arancione sì, come ha spiegato oggi il comitato di redazione della testata in una drammatica e affollata conferenza stampa alla quale hanno preso parte esponenti dell’intero arco parlamentare e i massimi vertici sindacali e di categoria. E’ una lotta contro il tempo per cercare di scongiurare la chiusura, che potrebbe essere sancita domani dall’assemblea dei soci del “Riformista” convocata proprio per discutere dell’avvio della procedura di liquidazione.
“Questa chiusura si configura come un blitz padronale che neanche Marchionne, – ha avvertito Alessandro De Angelis, membro del cdr – il mio è un appello a Macaluso: chiediamo che venga rinviata l’assemblea dei soci di domani, che si riapra il tavolo e si cerchi ogni strada percorribile. E intanto si faccia chiarezza, perché occorre evitare una prassi che se fosse stata portata avanti da un padrone di centrodestra avremmo chiamato serrata. Fatta da chi viene dal Pci getta un’ombra inquietante su questa storia”.
Chiarezza chiede la rappresentanza sindacale del ‘Riformista’, cercando di portare alla luce una vicenda considerata poco trasparente: “In una delle ultime assemblee di redazione Macaluso e Cervetti ci hanno informato che esiste una scrittura privata con la passata gestione Angelucci in base alla quale i precedenti proprietari si erano impegnati a colmare il gap fra la pubblicità presunta e quella reale. L’impegno non sarebbe stato rispettato.
E’ un dovere morale conoscere questa scrittura privata di cui i soci della cooperativa non sanno nulla”, rileva De Angelis, ricordando che a dicembre era stato sottoscritto un patto di solidarietà che avrebbe dovuto consentire al giornale di andare avanti per un altro anno, prevedendo verifiche dei conti trimestrali.
“Ma dopo tre mesi ci hanno detto che non si può più andare avanti. I conti sono gli stessi, cosa è cambiato?”. L’appello, ora, è quello di cercare ogni strada percorribile per evitare la fine di questa storia, attendendo le nuove determinazioni del governo sull’editoria (attese in uno dei prossimi cdm) e facendo leva sul recupero dei finanziamenti pubblici dei quali ‘Il Riformista’ potrà godere dopo uno stop di un anno. Intanto si muova la politica, è l’invito del cdr del quotidiano: “L’appello è a tutti i leader della sinistra, a Bersani e Veltroni, Di Pietro e Vendola, ai sindacati, ai presidenti della Camere (a Fini è stato chiesto un incontro), al capo dello Stato, con il quale siamo in perfetta sintonia politica e culturale”.
Solidarietà al quotidiano è stata espressa dall’Associazione stampa romana per bocca di Paolo Butturini, ma anche da parte dal segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi: “La Fnsi è in trincea con ‘Il Riformista’ e le altre testate in difficoltà. L’appello è che domani non ci sia l’annuncio della chiusura e che si prosegua con gli incontri per trovare una soluzione”.
Tanti i parlamentari presenti, da Enrico Letta a Marco Follini, da Beppe Giulietti (“in commissione Cultura potremmo presentare una risoluzione unitaria sulle vertenze aperte”) a Flavia Perina (“sono sconcertata dalla scarsità di chiarezza sul presunto accordo segreto”) e Roberto Rao, da Fabio Granata a Carmelo Briguglio. E ancora, Pina Picerno e Anna Grazia Calabria, Francesco Boccia, Giorgio Stracquadanio e Anna Maria Bernini. (TmNews)
Il cdr, con al fianco Fnsi e Asr, fa “appello a Macaluso, a tutti i leader della sinistra, al capo dello Stato”