Lo ha sottolineato Laura Boldrini (Unhcr) a Isola Capo Rizzuto per il seminario promosso dal Sindacato Giornalisti

Immigrati: “Non parliamo di buoni e cattivi, ma di diritti”

Virgilio Squillace

Carlo Parisi

Carlo Parisi e Laura Boldrini in un momento della visita al Cara

ISOLA CAPO RIZZUTO (Crotone) – Ci siamo dentro fino al collo: ma poi, come viene raccontata l’immigrazione? Laura Boldrini, che il problema lo conosce molto bene, ha contestato: «Quella che i giornalisti danno dell’immigrazione è una fotografia statica, perchè rappresentano in maniera sempre uguale un fenomeno in perenne evoluzione. È ridicolo, dopo quindici anni, continuare a parlare di emergenza!».
Laura Boldrini, portavoce italiano dell’Unhcr-Alto commissariato Onu per i rifugiati, assieme al presidente nazionale della Fnsi-Federazione nazionale della stampa italiana, Roberto Natale, ha partecipato al seminario su “Informazione e immigrazione” che il Sindacato Giornalisti della Calabria ha organizzato nel luogo più significativo per i temi posti al centro dell’attenzione: Isola Capo Rizzuto, dove, in località Sant’Anna, ha sede il Centro d’accoglienza per richiedenti asilo più grande d’Europa (in 13 anni da qui sono passati più di 100 mila migranti).
Una giornata seminariale, che si è svolta nell’auditorium del Centro Rosminiano di Isola Capo Rizzuto, seguita nel pomeriggio da una visita dei giornalisti al Cda-Cara di Sant’Anna. Uno per uno, i motivi che rendono necessaria una migliore comunicazione sulle vicende dell’immigrazione sono stati ricordati da Laura Boldrini. «Non è una questione di buoni o cattivi – ha precisato – ma di diritto, di norme nazionali ed internazionali».
Il presidente della Fnsi, Roberto Natale, ha ricordato che l’Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa hanno approvato nel 2008 la Carta di Roma, protocollo deontologico riguardante richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, riconoscendo come negli anni scorsi anche sui giornalisti abbia pesato quella che ha definito «l’imprenditoria politica della paura».
Il ragionamento di Natale è stato chiaro: la Carta di Roma non chiede ai giornalisti di essere buoni nei confronti degli immigrati, ma di fare i giornalisti: «Rispettare la verità dei fatti: parlare di tutto ciò che c’è nella cronaca, ma senza disparità».

Carlo Parisi e Roberto Natale in visita al Cda-Cara di Isola Capo Rizzuto

Il presidente ha pronunciato una bella lezione su quell’aspetto della professione giornalistica che è il fare cronaca ad alto valore sociale. «Tutti  i giovani mostrano di conoscere il caso di Sara Scazzi. Ma pochi giovani conoscono la storia di Lea Garofalo. Perché? La risposta è semplice: basterebbe fare un plastico in televisione sulla vicenda di Lea Garofalo per farne un caso nazionale».
Ecco i problemi dei giornalisti: disparità (troppi immigrati sospettati di crimini, dipinti come mostri da certi  giornali, sono poi risultati estranei ai fatti!), approssimazione e scarsa conoscenza degli stessi termini riguardanti l’immigrazione (si fa confusione fra Cda, Cara, Cie,  immigrati, migranti irregolari, rifugiati, richiedenti asilo, titolari di asilo politico, di protezione umanitaria).
L’incontro è stato coordinato dal segretario regionale del Sindacato dei giornalisti, Carlo Parisi, che ha insistito su come il tema dell’immigrazione sia legato alla storia dei calabresi, che hanno conosciuto il fenomeno nelle molte generazioni di lavoratori emigrati nel continente ed oltreoceano.
“I calabresi – ha sottolineato Carlo Parisi – intendono, così, assicurare quel minimo di rispetto e di servizi essenziali in materia di accoglienza che milioni di emigranti partiti dalla Calabria, nel corso dei secoli, hanno sognato, ma non hanno mai avuto”.
Un contributo importante è giunto dal questore di Crotone, Giuseppe Gammino, che nel mettere in guardia i giornalisti contro i rischi della disinformazione e del sensazionalismo ha fra l’altro ricordato: «L’immigrazione è un fenomeno che va governato con fermezza, senza isterismi, applicando la legge in uno con la prospettiva di integrazione».
Roberto Micucci, capo di gabinetto della prefettura di Crotone ha spiegato come la presenza del Cda-Cara di Sant’Anna abbiano fatto diventare il Crotonese terra d’elezione dell’immigrazione. Attorno, è cresciuta l’importanza delle associazioni suscitate dalla parrocchia di Isola Capo Rizzuto.
«Venticinque anni fa non c’era niente – ha ricordato il caporedattore centrale dell’Agenzia nazionale Tgr Rai Pino Nano – poi in parrocchia è arrivato don Eduardo Scordio, che qui ha dato coraggio e speranza ai giovani».
Oltre allo stesso don Scordio, sono intervenuti l’assessore provinciale alla Cultura, Giovanni Lentini, il presidente della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco, il prof. Marco Bruno del’Università La Sapienza di Roma, Marco Buemi dell’Unar-Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, Filippo Sestito dell’Arci di Crotone. (Gazzetta del Sud)

Un commento:

  1. Massimo Carlozzo

    Davvero una bella giornata. E’ stata l’occasione per formarsi su una tematica di strettissima attualità. Bene ha fatto la Fnsi a promuoverla e spero che ne seguiranno altre.
    Mi è piaciuto il taglio dato e la qualità degli interventi.
    Un caro saluto.

    Massimo Carlozzo
    Giornalista – Crotone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *