NUOVA DELHI (India) – Passo avanti nelle indagini sull’attacco di Nuova Delhi dello scorso 13 febbraio, quando una bomba esplose sull’auto di un diplomatico israeliano, ferendo la moglie e l’autista, oltre che due persone che si trovavano su macchine vicine.
Un giornalista freelance, Syed Mohammed Kazmi, è stato arrestato oggi a Nuova Delhi in relazione all’attacco perché avrebbe avuto contatti con un uomo sospettato di aver attaccato la bomba magnetica all’auto del diplomatico. Sul caso aleggia, inoltre, l’ombra dell’Iran, accusato da Israele di essere responsabile dell’esplosione.
Il giornalista è comparso oggi in tribunale a Nuova Delhi e la Corte ha deciso che resterà agli arresti fino al 27 marzo per interrogatori.
Negli ultimi giorni la polizia ha compiuto perquisizioni nell’abitazione di Kazmi per raccogliere eventuali prove, ma la polizia non ha voluto esprimersi sull’esito delle ricerche. Il tribunale ha autorizzato il reporter a incontrare ogni giorno il suo legale e ha ordinato per lui esami medici ogni due giorni in modo da evitare che venga torturato.
“Il mio cliente è stato coinvolto ingiustamente, non è un terrorista internazionale”, ha detto il suo avvocato, Vijay Aggarwal.
Secondo l’agenzia di stampa indiana “Press Trust of India”, il reporter lavorava per un’azienda di media iraniana, ma la polizia si è rifiutata di confermare l’affermazione.
Se la notizia fosse vera, sarebbe rilevante visto che Israele ha attribuito all’Iran la responsabilità dell’attacco. Il legale del giornalista ha raccontato che il suo cliente aveva fatto almeno un viaggio in Iran, per lavoro, per conto dell’emittente di Stato indiana, ma non ha precisato quando.
L’attacco di Nuova Delhi avvenne lo scorso 13 febbraio, lo stesso giorno in cui fu scoperta una bomba sull’auto di un diplomatico israeliano in Georgia prima che esplodesse.
Il giorno dopo tre iraniani fecero scoppiare accidentalmente la loro abitazione in Thailandia, e le autorità israeliane sostengono che gli esplosivi di Bangkok sono simili a quelli usati negli altri due attacchi in India e Georgia. Per Israele i tre casi hanno come denominatore comune l’Iran. (La Presse)