ROMA – Il Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana esprime vicinanza esolidarietà ai giornalisti degli Uffici e delle Agenzie di stampa di quelle Regioni che hanno applicato, anche ai colleghi con contratto privatistico sottoscritto dalla Fnsi con la Fieg, il blocco degli aumenti contrattuali – peraltro intervenuti dopo anni di difficile vertenza – e degli scatti di anzianità, mentre proseguiva la dinamica salariale degli altri lavoratori.
Una decisione che introduce una intollerabile discriminazione all’interno della stessa categoria di lavoratori ai quali viene applicato il medesimo contratto. Una vicenda che si aggiunge, per alcuni colleghi che lavorano nella Pubblica amministrazione, alla irrisolta questione della continuità contributiva anche a seguito del passaggio della contribuzione previdenziale dall’Inpdap (l’istituto previdenziale dei dipendenti pubblici) a quello dei giornalisti, l’Inpgi.
Per coloro che avevano una elevata anzianità all’Inpdap il passaggio all’Inpgi – peraltro una rivendicazione sostenuta da tutti gli organismi di categoria – si è rivelato un danno. Interrogazioni parlamentari, mozioni politiche e proposte di legge che la Fnsi ha sollecitato, trovando attenzione e sensibilità in alcuni parlamentari, non hanno finora avuto seguito.
La decisione del governo Monti di portare l’Inpdap nell’Inps dovrebbe essere colta come occasione per risolvere i problemi tecnici evidenziati e che hanno sconvolto attese economiche e progetti di vita di non pochi colleghi i quali, peraltro, non hanno neppure avuto la possibilità di optare tra un istituto o l’altro sulla base della loropersonale storia contributiva.
Sommando questi problemi a quello più generale rappresentato dalla mancata applicazione della legge 150 del 2000 (per tutti coloro che non hanno applicato il Cnlg, ma il contratto del pubblico impiego) nella parte nella quale si prevedeva una trattativa sindacale per definire il profilo professionale dei giornalisti addetti stampa pubblici ne deriva un quadro di vero e proprio accanimento nei confronti di questi colleghi, spesso lasciati in balìa di decisioni soggettive, più o meno illuminate, delle Amministrazioni pubbliche, inquadrati nei modi i più diversi ed a volte stravaganti e spesso anche a tempo determinato.
Confusione che si manifesta anche nei bandi e nelle selezioni che riguardano le assunzioni e gli incarichi per gli Uffici stampa della Pubblica Amministrazione. L’applicazione piena della 150/2000, la corretta applicazione del Cnlg là dove le Amministrazioni hanno deciso di utilizzarlo come forma di contrattualizzazione per gli addetti stampa, bandi diconcorso e di selezione che tengano conto delle caratteristiche, della realtà e delle norme cheregolano la professione giornalistica nel nostro Paese devono essere alla base dell’utilizzo dei colleghi nell’ambito della pubblica amministrazione.
Una decisione che introduce una intollerabile discriminazione all’interno della stessa categoria di lavoratori ai quali viene applicato il medesimo contratto. Una vicenda che si aggiunge, per alcuni colleghi che lavorano nella Pubblica amministrazione, alla irrisolta questione della continuità contributiva anche a seguito del passaggio della contribuzione previdenziale dall’Inpdap (l’istituto previdenziale dei dipendenti pubblici) a quello dei giornalisti, l’Inpgi.
Per coloro che avevano una elevata anzianità all’Inpdap il passaggio all’Inpgi – peraltro una rivendicazione sostenuta da tutti gli organismi di categoria – si è rivelato un danno. Interrogazioni parlamentari, mozioni politiche e proposte di legge che la Fnsi ha sollecitato, trovando attenzione e sensibilità in alcuni parlamentari, non hanno finora avuto seguito.
La decisione del governo Monti di portare l’Inpdap nell’Inps dovrebbe essere colta come occasione per risolvere i problemi tecnici evidenziati e che hanno sconvolto attese economiche e progetti di vita di non pochi colleghi i quali, peraltro, non hanno neppure avuto la possibilità di optare tra un istituto o l’altro sulla base della loropersonale storia contributiva.
Sommando questi problemi a quello più generale rappresentato dalla mancata applicazione della legge 150 del 2000 (per tutti coloro che non hanno applicato il Cnlg, ma il contratto del pubblico impiego) nella parte nella quale si prevedeva una trattativa sindacale per definire il profilo professionale dei giornalisti addetti stampa pubblici ne deriva un quadro di vero e proprio accanimento nei confronti di questi colleghi, spesso lasciati in balìa di decisioni soggettive, più o meno illuminate, delle Amministrazioni pubbliche, inquadrati nei modi i più diversi ed a volte stravaganti e spesso anche a tempo determinato.
Confusione che si manifesta anche nei bandi e nelle selezioni che riguardano le assunzioni e gli incarichi per gli Uffici stampa della Pubblica Amministrazione. L’applicazione piena della 150/2000, la corretta applicazione del Cnlg là dove le Amministrazioni hanno deciso di utilizzarlo come forma di contrattualizzazione per gli addetti stampa, bandi diconcorso e di selezione che tengano conto delle caratteristiche, della realtà e delle norme cheregolano la professione giornalistica nel nostro Paese devono essere alla base dell’utilizzo dei colleghi nell’ambito della pubblica amministrazione.