
Franco Siddi

Renato Schifani
ROMA – “L’allarme lanciato dall’editoria cooperativa, di idee, non profit e di partito, si è rilevato drammaticamente reale. Le chiusure o le sospensioni delle pubblicazioni sono un tragico bollettino quotidiano”.
Lo affermano il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, il presidente di Mediacoop, Mario Primo Salani, il segretario nazionale di Articolo 21, Tommaso Fulfaro, in una lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, sulla drammatica situazione in cui versa il settore editoriale.
“La notizia della liquidazione coatta amministrativa del Manifesto – ricordano i firmatari della lettera – è di giovedì scorso, la dichiarazione di impossibilità a proseguire le pubblicazioni da parte di Noi Donne e del Corriere Mercantile è di venerdì scorso. Liberazione ha già chiuso all’inizio di gennaio. Sempre della settimana scorsa è la notizia della sospensione delle pubblicazioni del Domani di Bologna”.
Mediacoop sta, infatti, seguendo le procedure di liquidazione coatta amministrativa di altre tre cooperative di cui una è già ufficiale: la Cronaca di Piacenza e Cremona.
“Se non si interviene subito – ammoniscono Fnsi, Mediacoop e Articolo 21 – l’esito infausto è inevitabile: un centinaio di testate verranno chiuse e 4000 posti di lavoro saranno cancellati. Non è possibile assistere impotenti alla scomparsa di un «pezzo» dell’informazione, nazionale e locale, che ha contribuito a fare la storia, l’informazione, la cultura di questo Paese. Sarà una perdita grave per la democrazia, per l’occupazione e per i cittadini”.
“Un giornale che muore – ricordano i firmatari della lettera al presidente del Senato – non è un vantaggio potenziale per chi resta, ma una perdita per l’intero panorama informativo del Paese.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha manifestato la propria preoccupazione «per i rischi che ne potrebbero derivare di mortificazione del pluralismo dell’informazione» ed ha manifestato il suo punto di vista al Governo”.
Insomma, il Parlamento ha deliberato, nel Fondo Letta, lo strumento per il rifinanziamento del Fondo editoria, ma occorre fare presto. Il Parlamento può aiutare a rendere immediatamente operativa quella decisione partendo proprio dal dibattito in corso al Senato.
Per illustrare la situazione e presentare ulteriori proposte per una più rigorosa selezione nell’accesso ai contributi pubblici e garantirne una loro migliore finalizzazione, è stato, quindi, chiesto un incontro urgente al presidente del Senato, Renato Schifani.