Irregolari due aziende su tre: scovati 44 dipendenti fantasma mascherati da collaboratori, con un addebito di 843mila euro

I numeri dell’Inpgi Calabria: 1200 iscritti e 21 ispezioni

REGGIO CALABRIA – Carta canta. L’attività dell’Inpgi in Calabria è testimoniata dai numeri presentati, a Reggio Calabria, dal presidente nazionale dell’Inpgi, Andrea Camporese, in occasione della Conferenza nazionale “Giornalisti: professione e previdenza, garanzie di libertà”, alla quale hanno partecipato anche il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, il segretario regionale del Sindacato Giornalisti e consigliere generale Inpgi della Calabria, Carlo Parisi, ed il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri.
Il numero degli iscritti è stato “certificato”, nel corso della conferenza, dallo stesso Andrea Camporese, il quale ha evidenziato “gli importanti numeri della Calabria”, passata dai 743 iscritti al 13 febbraio 2008 ai 1200 attuali, grazie alla positiva attività dell’Ufficio di Corrispondenza dell’Inpgi, supportato dall’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria e dal Servizio ispettivo dell’Inpgi.
Dalla tabella ufficiale dell’Istituto si può, infatti, rilevare chiaramente il numero degli iscritti al 31 dicembre 2011 (1141): 546 alla Gestione principale (di cui 507 attivi e 39 pensionati) e 869 alla Gestione separata (di cui 274 iscritti anche alla principale).
Una curiosità: dei 546 iscritti alla Gestione principale, a votare alle elezioni del 27, 28, 29 febbraio e 1 marzo (on line) e del 3 e 4 marzo 2012 (al seggio di Reggio Calabria) saranno in 391. Il motivo è semplice: il diritto al voto è garantito soltanto ai giornalisti con più di dodici contributi mensili accreditati.
Per saperlo è sufficiente leggere lo statuto dell’Inpgi che, naturalmente, chi è candidato dovrebbe quantomeno conoscere, onde evitare un’overdose di ignoranza specifica.
Nel quinquennio 2007 – 2011 sono state, infatti, effettuate 21 visite ispettive presso le seguenti tipologie di aziende: 3 presso aziende editrici di quotidiani, 1 presso service editoriali, 5 presso emittenti televisive, 1 presso aziende on line, 2 presso agenzie di stampa, 9  presso pubbliche amministrazioni.
Delle 21 aziende ispezionate, 14 (i 2/3 del totale) sono risultate irregolari. I relativi verbali hanno complessivamente comportato l’addebito dell’importo di 843mila euro a titolo di contributi dovuti in favore della Gestione sostitutiva dell’A.G.O.
Gli accertamenti ispettivi hanno rilevato 44 rapporti di lavoro, formalmente qualificati a vario titolo come collaborazioni da lavoro autonomo, per i quali è stata invece accertata la natura di lavoro dipendente a tutti gli effetti.
Le ispezioni hanno rilevato, altresì, 18 rapporti di lavoro in cui il giornalista, benchè regolarmente assunto e adibito a mansioni giornalistiche, era stato formalmente inquadrato con qualifiche diverse (impiegato, addetto alla programmazione di trasmissioni radio-tv, speacker, grafico editoriale, operatore di ripresa tv, autore testi per programmi radio-tv, ecc.) con pagamento della contribuzione all’Inps, all’Enpals o all’Inpdap.
Il presidente nazionale dell’Inpgi ha rilevato che 21 ispezioni in 5 anni comportano una media annua pari 4,2, valore assolutamente in linea con la media algebrica delle ispezioni effettuate in ognuna delle 20 regioni, ottenuta dividendo il numero medio di ispezioni annue, pari ad 80, per il numero delle medesime (80/20=4).
Tuttavia, considerando che la ripartizione geografica delle ispezioni tiene inevitabilmente conto della diversa concentrazione delle attività editoriali sul territorio nazionale, il dato riferito alle attività effettivamente poste in essere nella regione Calabria è ampiamente superiore al valore risultante dalla media ponderata delle ispezioni che si sarebbero dovute effettuare in questo ambito territoriale in funzione del “peso specifico” delle aziende contribuenti site  nella regione.
In Calabria opera l’1,5% delle aziende contribuenti dell’Istituto, per cui spetterebbero di media 1,2 ispezioni l’anno (l’1,5% di 80).

Un commento:

  1. Antonio La Tella

    I dati offerti da Camporese nel corso del convegno di Reggio dimostrano che l’INPGI funziona. Dovrebbero funzionare (meglio) anche le aziende editoriali, non sempre in linea, putroppo, con le regole vigenti nel settore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *