Il caporedattore centrale della Tgr Rai, Domenico Logozzo, plaude alla conferenza nazionale in programma giovedì a Reggio

Giornalisti: “In Calabria numeri e difesa della professione”

Domenico Logozzo

ROMA – “Ho letto i dati sull’aumento del numero di giornalisti calabresi iscritti sia alla Fnsi (1430) che all’Inpgi (1200). Importante la quantità, importantissima la difesa effettiva della professione, il rispetto delle regole, la garanzia della libera informazione, in una regione che le forze antisociali vorrebbero imbavagliare”. Lo afferma, in una nota, Domenico Logozzo, caporedattore centrale Rai Tgr.
“Il segretario del sindacato regionale, Carlo Parisi, che ha fornito le cifre – prosegue Logozzo – ha opportunamente riaffermato il valore della libertà di stampa. Mi ricordo quando a Vibo Valentia, nel 1975, ci fu la manifestazione per la nascita ufficiale dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. Primo presidente Raffaele Nicolò, segretario Enzo Laganà. Raggiunto il numero indispensabile di professionisti per potersi ‘sganciare’ dalla Campania, l’evento si festeggiò all’Hotel 501 con l’iscrizione di tre giovani giornalisti appena diventati professionisti, dopo il regolare praticantato svolto nella redazione del ‘Giornale di Calabria’. Io ero uno dei tre, con il compianto Enzo Costabile e Antonio Scura, che da anni lavora al ‘Mattino di Padova’. Una serata ricca di entusiasmo e di speranze per il futuro dell’informazione calabrese. Vi presero parte i vertici dell’Ordine e del Sindacato Nazionale. Un segno tangibile di attenzione, non semplice formalità. Si parlò di corretto accesso alla professione, di giovani regolarmente contrattualizzati, di informazione libera per la crescita democratica della regione”.
“Dopo quasi 35 anni – conclude Logozzo – giovedì a Reggio Calabria ci sarà la conferenza nazionale su ‘Giornalisti: professione e previdenza, garanzie di libertà’. Un momento utile di analisi, di riflessione, una occasione importante per dare voce ai problemi che quotidianamente incontrano i giornalisti calabresi, pesantemente minacciati dalle forze antisociali”. (Ansa)

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