ROMA – Stretta, sulla strada del rigore e del taglio dei costi della politica, anche per i voli di Stato: così come accadde nel governo Prodi, il Governo si appresta a chiedere un “contributo” ai giornalisti che viaggiano sui voli “blu”, al seguito delle autorità istituzionali.
Una misura – già sperimentata in passato e poi non più applicata – che scatterà già nei prossimi giorni, quando il premier Mario Monti, insieme ad una delegazione di ministri del suo governo, volerà in Libia per una serie di incontri con il nuovo Governo di Tripoli.
Alle testate che seguiranno il Professore nella sua missione è stato, infatti, chiesto – con una lettera inviata alle rispettive Segreterie di Redazione – un “contributo viaggi” di 200 euro da versare all’ufficio “Voli di Stato, di Governo e Umanitari” della Presidenza del Consiglio dei ministri. Una richiesta prodroma alla emanazione di un vero e proprio “provvedimento che regoli più compiutamente” le modalità del “trasporto di accompagnatori esterni alle delegazioni ufficiali ma ad esse funzionali”.
Poche righe – quelle in cui si comunica la misura alle redazioni – che lasciano intendere che presto arriverà quindi un “atto” formale ad hoc. Che potrebbe seguire la falsariga di quanto fece Romano Prodi nel suo governo quando – era il settembre del 2007 – emanò una circolare in cui si prevedeva un “biglietto” per il passaggio aereo di giornalisti e foto-cineoperatori al seguito delle delegazioni. In quel caso agli operatori dell’informazione era richiesto il pagamento di un biglietto di 300 euro per i voli nazionali (andata e ritorno), 600 euro per quelli verso l’Europa e i Paesi del Mediterraneo e 900 euro per tutti gli altri voli.
La circolare – intitolata “Nuova disciplina del trasporto aereo di Stato-Direttiva sulla presenza a bordo di personale estraneo alla delegazione ma accreditato al seguito della stessa” – spiegava che i giornalisti, pur non componenti delle delegazione, spesso svolgono una “presenza funzionale allo svolgimento della missione, contribuendo alla loro documentazione”.
E per questo, si leggeva nella circolare, erano necessarie “regole specifiche di ammissione a bordo e per la partecipazione, sia pure in maniera forfettaria, ai costi del trasporto, tanto più che la presenza a bordo” degli operatori dell’informazione “comporta l’esigenza di usare aeromobili piu´ grandi e di trasporti a terra”.
Una prassi – quella di chiedere il “biglietto” o un contributo alla stampa – largamente utilizzata all’estero: in Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti i giornalisti al seguito di autorità versano delle somme per i passaggi su aerei di Stato. Così come i cronisti al seguito del Vaticano, nei voli papali. (Ansa)
Ritorna il “contributo”, varato dal Governo Prodi, per i cronisti che volano con le autorità