Il consigliere nazionale Fnsi, presidente dell’associazione Lettera 22, contro l’ennesimo regalo ai privati

Corsini: “No a decreti per commissariare la Rai”

Paolo Corsini

ROMA – “
È molto singolare la campagna che un grande (per dimensioni) gruppo editoriale italiano, che fa capo ad un editore «svizzero», ha intrapreso sulla Rai, ventilando presunte o reali intenzioni del Governo di riformare la governance del servizio pubblico radiotelevisivo, ipotizzando addirittura la nomina di un commissario o la privatizzazione dell’azienda”. E’ quanto dichiara Paolo Corsini, consigliere nazionale Fnsi e presidente di Lettera 22.
“Si tratta – denuncia Corsini – di un’iniziativa costante e sospetta per vari motivi: in primo luogo in un Paese dove sono a rischio 300mila posti di lavoro, dove il famigerato spread è ancora sopra i 500 punti, dove molte banche sono a rischio default, la Rai non è certo un’emergenza. Il governo Monti è un esecutivo tecnico nato con un preciso mandato, quello di tamponare l’emergenza economica. Ogni altra iniziativa travalicherebbe questi mandato e il voto di fiducia espresso dal Parlamento”.
“In secondo luogo – aggiunge Corsini – la governance della Rai è fissata dalla cosiddetta Gasparri: una legge approvata dal Parlamento. Si può ben discutere di riforma Rai ma questo compete al Parlamento. Chi scrive di possibili decreti governativi dimostra – ad avviso di Corsini – la sua conclamata ignoranza in diritto costituzionale. Un decreto sulla Rai sarebbe un atto di golpismo, non ricorrendo quelle caratteristiche richieste dalla nostra Carta per il varo di un decreto”.
“Le verità – afferma il presidente di Lettera 22 – sono evidentemente altre: la storia dimostra che spesso i governi tecnici hanno spalancato a false privatizzazioni risoltesi nell’accaparramento di pezzi di impresa pubblica da parte di gruppi imprenditoriali privati che hanno massimizzato i profitti e ucciso le aziende”.
“Gli esempi che si potrebbero fare al riguardo – conclude Paolo Corsini – sono molti. La Rai oggi, malgrado tutto, fa evidentemente ancora gola a qualche imprenditore privato che pensa in questo modo di risolvere i suoi problemi. Quanto alla volontà che viene attribuita al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, di voler imporre una riforma della governance Rai, se cosi’ fosse, suggeriamo si cominci da qualche grande banca nazionale controllata indirettamente dagli enti locali territoriali e che rischia il default”. (www.lettera22.info)

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