I legali agiranno “in via d’urgenza” per riottenere in sede giudiziaria la poltrona di direttore del Tg1

Minzolini non si arrende e chiede il reintegro

Augusto Minzolini

ROMA – I legali di Augusto Minzolini agiranno “in via d’urgenza” in sede giudiziaria per ottenere subito, come primo obiettivo, il reintegro alla direzione del Tg1, “senza contare ogni altra azione attivabile nelle sedi competenti e ferme restando le garanzie tutte fissate dall’art. 3 della legge n. 97/2001″.
Lo annunciano all’Agi gli stessi legali del direttore rimosso da quell’incarico, gli avvocati Nicola Petracca e Federico Tedeschini, sottolineando che la legge 97/2001 su cui l’azienda di viale Mazzini ha fatto perno per adottare – con voto a strettissima maggioranza del Cda – il provvedimento nei confronti di Minzolini non è applicabile al rapporto di lavoro dei dipendenti Rai.
I due legali sottolineano anche che ricorrendo a quella legge la Rai ha ottenuto “rapidamente il risultato (all’evidenza prefisso da tempo e non perseguibile per altra via) di rimuovere” Minzolini dall’incarico a suo tempo assegnatogli. Solo che la 97/2001 “non appare conferente alla vicenda concreta e comunque, in generale, applicabile al rapporto di lavoro dei dipendenti Rai”.
Petracca e Tedeschini spiegano che questa normativa ha avuto, “per quanto noto”, una rarissima applicazione nel corso della sua vigenza, e peraltro non ci sono – “salvo smentite” – precedenti in ambito dell’azienda di viale Mazzini. E l’unico elemento giurisprudenziale reperito sul tema afferma il principio che il rinvio a giudizio del pubblico dipendente “non può comportare in via automatica – e, dunque, a prescindere da ogni valutazione dell’opportunità del provvedimento – l’adozione della misura del trasferimento d’ufficio o della sospensione dal servizio”, una valutazione che, nel caso di Minzolini, secondo i due legali “è stata totalmente omessa, anche in violazione dei consolidati principi recati dalla legge n. 241/1990″.
Non solo. Perché – aggiungono Petracca e Tedeschini – il tutto è “ulteriormente rafforzato dalle recentissime ordinanze (proprio le numero 28329 e 28330 del 22 dicembre scorso, rese dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione), che hanno testualmente affermato “In conclusione la Rai, anche se fortemente caratterizzata dagli evidenziati peculiari aspetti e tuttora in mano pubblica, resta pur sempre una societa’ per azioni, e ciò deve vieppiù affermarsi a seguito della legge n. 112/2004 e del T.U. n. 177 del 2005″.
Di qui l’azione dei due legali per puntare innanzi tutto e in tempi rapidi al reintegro di Minzolini, senza contare ogni altra azione attivabile nelle sedi competenti e ferme restando le garanzie tutte fissate dall’art. 3 della legge. n. 97/2001. E in proposito l’avvocato Petracca spiega che sono due le garanzie in questione. In primo luogo nel momento in cui si decide il trasferimento del dipendente ad altro incarico o anche solo si tratti di trasferimento d’ufficio per motivi di opportunità, gli vanno attribuite funzioni “corrispondenti per inquadramento, mansioni e prospettive di carriera a quelle svolte in precedenza”.
Ma ancor piu’ dice il secondo punto dell’art.3: “Anche ipotizzando – dice Petracca – che Minzolini accetti un nuovo incarico, non sappiamo quale gli venga proposto dalla Rai, l’articolo in questione fissa che laddove il dipendente venga proscolto o assolto anche solo in primo grado di giudizio, torna dov’era prima, cioè il provvedimento perde d’efficacia”. Significa che in quel caso la rimozione non c’è più e Minzolini tornerebbe ad essere il direttore del Tg1, a prescindere dall’aver accettato nel frattempo altro incarico in Rai. Sempre che lo voglia ancora. (Agi)

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