I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale ne stigmatizzano le “dichiarazioni del tutto infondate”

“Il ministro Fornero ha leso l’onore dell’Inpgi”

Pierluigi Franz

Attilio Raimondi

ROMA – I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale dell’Inpgi sottolineano che le dichiarazioni pubbliche sull’Istituto da parte del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Elsa Fornero, oltre ad essere del tutto infondate e gravemente lesive della loro onorabilità, dignità e professionalità, rischiano di gettare un’ombra sul buon lavoro compiuto collegialmente negli ultimi anni insieme ai sindaci ministeriali. Mettere in dubbio la sostenibilità dei conti economici dell’Inpgi è, infatti, un’affermazione grave e contraria al vero.
L’Inpgi  ha sempre correttamente applicato le numerose e ben precise norme di legge che – a partire dal decreto legislativo n. 509 del 30 giugno 1994 – prevedono tutta una serie di adeguati controlli e garantiscono la trasparenza dei suoi bilanci:
1) la presenza tra i 16 consiglieri di amministrazione di 2 rappresentanti pubblici: 1 designato dalla Presidenza del Consiglio e 1 designato dal ministero del Welfare;
2) la presenza nel Collegio Sindacale di 4 giornalisti e di 3 ministeriali: 1 in qualità di Presidente designato dal Ministero del Welfare, 1 designato dalla Presidenza del Consiglio e 1 designato dal ministero dell’Economia;
3) una Società di revisione contabile (é la Price Waterhouse & Coopers);
4) la Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti ha sempre ratificato tutti i bilanci (l’ultima positiva Determinazione di 51 pagine, riferita al bilancio chiuso al 31 dicembre 2010, Presidente Raffaele Squitieri, relatore il consigliere Luigi Gallucci, é la n. 57/2011 ed é stata inviata – come sempre avvenuto anche quando l’Istituto era un ente pubblico – alle Presidenze di Camera e Senato). L’ultimo bilancio al 31 dicembre 2010 e quelli relativi alle annualità precedenti sono scaricabili da http://www.inpgi.it/?q=node/641;
5) l’ulteriore controllo da parte della Covip a seguito del decreto legge Berlusconi n. 98 del 6 luglio 2011 convertito in legge n. 111 del 15 luglio 2011;
6) la vigilanza congiunta e la necessaria preventiva approvazione di tutte le delibere dell’Inpgi di rilievo previdenziale da parte dei Ministeri del Welfare e dell’Economia.
Si ricorda, inoltre, che quando l’Inpgi era un ente previdenziale pubblico doveva garantire solo 2 annualità di riserva tecnica rispetto all’importo pagato per le pensioni, mentre dal 1994 da quando l’Inpgi é diventato un ente privatizzato tale limite é stato portato a 5 annualità. Inoltre, quando l’Inpgi era un ente pubblico la proiezione dei bilanci tecnici attuariali era di 15 anni, mentre da ente privatizzato é passata prima a 30 anni ed ora addirittura a 50 anni!
L’Inpgi ha, poi, recentemente varato una riforma che ha come elementi qualificanti, da un lato, l’aumento  dei contributi e dell’età pensionabile delle donne a 65 anni e, dall’altro, un intervento a favore dell’occupazione in particolare dei giovani, con sgravi alle aziende  per tre anni, garantendo sostenibilità a 50 anni, con un patrimonio immobiliare (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro) e mobiliare (circa 1 miliardo 300 di euro) sempre crescente, che, contrariamente a quanto prevede, purtroppo, il decreto legge Monti salva Italia dovranno servire alla Gestione Principale dell’Inpgi per poter superare nei prossimi anni la difficile fase di transizione del passaggio dal sistema misto retributivo-contributivo all’esclusivo sistema contributivo puro introdotto a partire dal 1998.
D’altronde, che senso potrebbe avere giuridicamente per un ente previdenziale continuare ad accumulare ricchezza senza prima utilizzare questa ricchezza proprio per pagare le pensioni come unico ente sostitutivo dell’Inps in Italia che per di più si accolla da anni per intero l’onerosissimo costo degli ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione, cassa integrazione, ecc.) senza minimamente incidere sul bilancio dello Stato?
Ebbene tutte e 3 le ultime delibere del CdA Inpgi n. 58-59 e 60 del 15 luglio 2011 in tema di riforma delle pensioni sono state regolarmente approvate l’8 novembre 2011 dai Ministeri del Welfare e dell’Economia e delle Finanze.
I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale dell’Inpgi auspicano che il ministro Elsa Fornero, una volta acquisiti tutti gli elementi per ristabilire al più presto la verità dei fatti, voglia rettificare pubblicamente le sue inesatte dichiarazioni ed accolga la richiesta dell’Istituto e della Fnsi per un confronto nel merito sulle misure riguardanti anche l’Inpgi, quale unica Cassa autonoma sostitutiva della previdenza generale obbligatoria contenute nel citato decreto “Salva Italia” al fine anche di tranquillizzare i circa 70 mila iscritti all’Inpgi Gestione Principale e Gestione Separata e per tutelare il buon nome e l’onorabilità dell’Istituto, dei suoi amministratori e sindaci.

Maurizio Cerino
Cristiana Cimmino
Attilio Raimondi
Pierluigi Roesler Franz

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