La Fnsi apprezza l’impegno di Malinconico e giudica positivamente l’apertura del “Fondo Letta” per il pluralismo

Il controllo politico dell’Inpgi significherebbe bavaglio

Franco Siddi, segretario generale della Fnsi

ROMA – “Apprezzabile l’impegno del sottosegretario all’Editoria, Carlo Malinconico, per trattare con delicatezza e massima attenzione i problemi di un settore in grande difficoltà e chiamato a profonde trasformazioni. Permangono, tuttavia, aperte le questioni di una riforma incisiva dotata di risorse adeguate per il pluralismo dell’informazione e per il suo sistema industriale nonché della scarsità di finanziamenti per l’immediato futuro e per la transizione a un nuovo quadro di accessi e regole”.
La Federazione Nazionale della Stampa commenta, così, le dichiarazioni del sottosegretario all’Editoria, Carlo Malinconico. Per la Fnsi “è fatto positivo che dal cosiddetto «Fondo Letta» per le urgenze della Presidenza del Consiglio si possano anche prelevare somme da destinare all’integrazione del fondo editoria per il pluralismo. Boccata di ossigeno, certo, ma di cui non si può oggi contare con certezza la portata non consentendo di programmare adeguatamente le attività editoriali già per il 2012, a cominciare dall’accesso al credito”.

“Le garanzie e le qualità del sottosegretario Malinconico – afferma la Fnsi – sono, comunque, un aiuto che ha il suo valore. Ad oggi per contributi diretti e contratti di agenzie per il 2012 le incertezze restano profonde e servirà un grande lavoro che – a giudizio della Fnsi – non può essere teso solo a individuare criteri per ridimensionare gli interventi. Ridurre la domanda di informazione delle agenzie, per esempio da parte delle amministrazioni pubbliche, assume il significato di impoverire il circuito delle notizie primarie disponibili, la sua pluralità e coprire formalmente un disimpegno, già deciso dal precedente Governo”.
Sul piano degli indirizzi è, comunque, importante che il sottosegretario abbia sottolineato “la validità dell’intervento pubblico per il pluralismo, dai giornali di partito, alle testate non meramente commerciali, di cooperative, delle minoranze, di idee e – ricordiamo sempre – per le comunità italiane all’estero a cui assicurare il diritto ad essere informati. Tutto ciò compiendo una seria opera di moralizzazione affinché i fondi vadano alle testate vere con giornalisti veri”.
Da altre considerazioni, politicamente rilevanti, relative all’Inpgi (“seria e oculata gestione da valorizzare e incoraggiare”), al precariato (sì alla legge cosiddetta dell’equo compenso) e alla qualificazione professionale (riforma dell’Ordine “che è un tema complesso”, ma su cui ci sono “spunti interessanti”), la Fnsi apre un credito su cui, però, la verifica dovrà essere fatta osservando, nel suo complesso, l’azione del Governo.
Proprio in queste ore suscitano, infatti, dubbi e preoccupazioni serie le scelte di segno statalista fatte nella manovra a proposito degli enti autonomi di previdenza. Questa è una materia che, ricordando i positivi giudizi sull’Inpgi, non può avere un corso positivo se si impongono d’autorità obblighi che, se posti ad esempio in capo all’Inps, lo farebbero chiudere molto presto per insolvenza.
“L’Inpgi – come ha riconosciuto il sottosegretario Malinconico – ha fatto scelte oculate e di lunga proiezione per la sostenibilità dei conti avendo una natura particolare – non corporativa – che deve far riflettere, non solo per le misure di valore economico ma per le sue caratteristiche di utilità democratica: evitare che la politica abbia il controllo, non solo tecnico amministrativo, ma, di fatto, «politico». Il che significherebbe creare premesse per introdurre condizionamenti impropri su qualità e indipendenza dei contribuenti iscritti: i giornalisti. Sulla materia serve al più presto una valutazione interministeriale e con le parti sociali”.

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