Il Parlamento si astenga da provvedimenti che limitino la libertà di stampa alla Camera e al Senato

Caro Monti, i fotoreporter fanno il loro mestiere

Mario Monti, a Montecitorio, con il biglietto firmato “Enrico”. Il destinatario per sua ammisisone è il vicesegretario del Pd Letta che si è autocandidato a collaborare» con il nuovo governo. (Ansa)

ROMA – Vogliamo sperare che il Parlamento italiano si asterrà nelle prossime ore dall’adottare qualsiasi provvedimento che limiti l’attività dei fotoreporter in servizio alla Camera e al Senato. Il collega che nei giorni scorsi ha fotografato il biglietto di Enrico Letta a Mario Monti non ha violato alcuna privacy. Così come hanno fatto nei mesi scorsi ottimo esercizio del diritto-dovere di cronaca gli altri fotoreporter che (senza aprire porte o forzare serrature) hanno documentato altri particolari della vita istituzionale, che si svolgono sotto gli occhi di tutti nelle aule parlamentari.
Il sindacato dei giornalisti ribadisce un principio tante volte riaffermato nel corso della pluriennale battaglia contro il disegno di legge sulle intercettazioni, e che non perde di validità con il cambiare dei governi: in generale gli esponenti politici ed istituzionali possono invocare il diritto alla riservatezza in misura assai più contenuta rispetto ai privati cittadini; in particolare non possono invocarlo affatto quando si tratta dell’attività nelle aule parlamentari, che è pubblica per definizione.
Siamo certi che i propositi di limitare il lavoro dei fotoreporter finiranno in un meritato cestino: anche per non dare ulteriore ed inopportuno alimento ad un clima – già molto diffuso – di ostilità nei confronti di chi è in Parlamento per rendere un servizio alla collettività.

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