A Fiesole niente propaganda: sindacati europei alla ricerca di standard comuni su lavoro e diritti

Giornalisti freelance, una battaglia di civiltà

Daniele Cerrato, Andrea Camporese, Franco Siddi e Giancarlo Tartaglia, ieri a Fiesole

FIESOLE (Firenze) – “Trovare delle strade per ottenere standard comuni che regolino il lavoro e i diritti dei giornalisti europei”.
Nell’aprire i lavori del seminario internazionale Efj/Etui su “I cambiamenti dell’industria dell’informazione”, il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha posto l’accento sull’esigenza di “costruire un’alleanza permanente tra giornalisti garantiti e freelance, per non cedere alla tentazione di correre da soli dimenticando che chi oggi si sente tranquillo, domani potrebbe non esserlo”.
All’importante tre giorni, organizzata dall’European Federation of Journalists e dall’European Trade Union Institute, al Centro Studi della Cisl di Fiesole, ieri i rappresentanti dei sindacati dei giornalisti europei hanno cominciato a confrontarsi sulle risposte da dare alle crescenti condizioni di precariato e di disagio dei giornalisti freelance.
Parlando dell’Italia, Franco Siddi ha sottolineato il “concreto impegno sindacale della Fnsi, concentrata a dare certezze e non a strumentalizzare la fragilità di quanti, senza alcuna tutela, sono costretti a lavorare per pochi spiccioli.
Con la propaganda – ha ammonito Siddi – non solo non si risolve nulla, ma si rischia seriamente di illudere quanti, in buona fede, credono ancora nei seri e sani principi di questa professione”. Mettendo all’indice ogni tipo di speculazione, da parte di quanti si approfittano dei freelance, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha, quindi, auspicato “una convergenza sempre più ampia dei sindacati dei giornalisti dei singoli Stati con il sindacato europeo per una battaglia di civiltà nel rispetto della libertà di stampa e della dignità del lavoro”.
Densa di contributi la prima sessione dei lavori, con il direttore dell’Efj, Renate Schroeder, pronto a ribadire che “infatti, c’è bisogno di azione e non di propaganda perché i freelance stanno diventando sempre più precari”.
Carlo Parisi (Giunta Esecutiva Fnsi) ha evidenziato che “il giornalismo italiano sta vivendo una grave crisi d’identità, sfociata nel pericoloso conflitto tra contrattualizzati e non, perché, per tanti anni, ci si è preoccupati solo dei garantiti ignorando, invece, la crescente massa dei senza contratto che oggi rappresenta la stragrande maggioranza della categoria”.
Se Leyla Manunza (Giunta Fnsi) ha posto l’accento su “un mercato sempre meno inclusivo per i freelance italiani”, Paola Vescovi (Giunta Fnsi) ha sollecitato la creazione di “una rete europea”, magari partendo dalle “positive esperienze di alcune regioni italiane – ha ricordato, dal canto suo Camillo Galba (Giunta Fnsi) – da tempo in prima linea al fianco dei lavoratori autonomi”. E Fabio Morabito (Giunta Fnsi) ha rimarcato l’esigenza di superare ogni tipo di steccato per lavorare nell’esclusivo interesse di una categoria sempre più debole perché sempre più divisa.
Esperienze anche drammatiche, come quella di Claudio Chiarani “affamato in tutti i sensi”, ovvero da una voglia matta di fare questo mestiere continuando a scarpinare o, come nel suo caso, a correre in moto verso la notizia, per compensi nettamente inferiori alle spese, ma soprattutto con la delusione di non vedere apprezzato “il buon lavoro di giornalista”, rispetto al mero comunicato stampa.

Il seminario dei giornalisti europei in corso al Centro Studi Cisl di Fiesole

E in Europa? nel prendere atto che “in Italia i giornalisti si sentono soli”, Renate Schroeder ha osservato che “nel resto d’Europa le cose non vanno certamente meglio”. Karen Curtis (vice direttore dell’Ilo) ha, innanzitutto, posto l’accento sul “diverso concetto” che in Europa si ha del freelance.
“Il diritto alla contrattazione esiste e va difeso”, ha ammonito, ricordando che “i governi non possono certo impedire la contrattazione a livello settoriale” perché, in caso contrario, “lo sciopero diventa legittimo”. Concetto, questo, che naturalmente ha aperto un’ampia discussione sfociata nelle conclusioni di Arne Konig (presidente Efj): “In Germania non si può scioperare in nome dei freelance”; e Giancarlo Tartaglia (direttore Fnsi): “In Italia lo sciopero dei freelance non ha possibilità di essere utilizzato; gli editori rifiutano il confronto; i tariffari, che erano stati aboliti, sono stati ripristinati ma sono derogabili, quindi costituiscono un grave problema.
Una soluzione sarebbe quella di stabilire il diritto alla contrattazione collettiva anche per i freelance”, come avviene ad esempio in Austria, ha spiegato Andrea Tretter. In Austria, infatti, i freelance sono inseriti nel contratto collettivo, anche se con compensi ridotti. Una scelta fermamente voluta, ad esempio in una grande agenzia di stampa, dal 90 percento dei contrattualizzati che, a scrutinio segreto, hanno addirittura voluto cooptare nel Consiglio d’azienda (il nostro Cdr) un rappresentante dei freelance, anche se non previsto, grazie al grande sostegno del sindacato.
L’Austria, comunque, oltre che geograficamente, è parecchio lontana dall’Italia. “Da noi – ha osservato la Tretter – lavorare per 500 euro al mese significa lavorare gratis”. Poco prima, oltre all’intervento di Daniele Cerrato (presidente della Casagit), che aveva parlato dell’assicurazione sanitaria integrativa, Giancarlo Tartaglia e Andrea Camporese (presidente dell’Inpgi e dell’Adepp) si erano soffermati sulle statistiche relative agli iscritti alla Gestione Separata dell’Inpgi. “Nonostante l’obbligo di legge – ha ricordato Camporese – circa la metà dei giornalisti italiani non è iscritto all’Inpgi perché non denuncia o, secondo me, non lavora”.
Dei 17 mila cosiddetti “liberi professionisti”, 4 mila sono a reddito zero e circa 7 mila denunciano meno di 5mila euro l’anno…
A Fiesole i sindacati dei giornalisti europei sono rappresentati da: Judith Reitstatter e Andrea Tretter (Austria), Viviana Ban (Croazia), Jens Rossen (Danimarca), Valtteri Aaltonen (Finlandia), Martine Rossard (Francia), Frank Biermann, Andreas Bittner e Michael Hirschler (Germania), Arne Konig (Svezia), Berhan Soner (Turchia), Judit Acsay (Ungheria), Andrea Camporese, Agnese Carnevali, Daniele Cerrato, Claudio Chiarani, Raffaella Cosentino, Bruno Del Vecchio, Stefania Di Mitrio, Simone Frattocchi, Camillo Galba, Elisabetta Giudrinetti, Leyla Manunza, Fabio Morabito, Carlo Muscatello, Roberto Natale, Carlo Parisi, Paolo Perucchini, Luigi Ronsisvalle, Franco Siddi, Daniela Stigliano, Stefano Tallia, Giancarlo Tartaglia, Paola Vescovi, Imma Laura Viggiano (Italia). Lo staff è, invece, formato da: Jen-Claude Le Douaron (Etui-Belgio), Renate Schroeder (Efj/Ifj-Belgio), John Toner (Nuj – Gran Bretagna), Heikki Jokinen (Sjl – Finlandia), Esther Lynch (Ictu – Irlanda) e Karen Curtis (Ilo – Svizzera).
Oggi, seconda giornata di lavori, alle ore 9 si comincia a discutere sul tema “Remunerazioni e tariffe”, dalla direttiva sul ritardo dei pagamenti alle raccomandazioni tariffarie, all’autority per la competizione. Le relazioni sono affidate ad Esther Lynch (Congresso irlandese dei sindacati) e Bruno Del Vecchio (Ufficio Legale Fnsi). Presiede John Toner (direttore Freg).
Alle 11 sarà, invece, Heikki Jokinen (Gruppo esperti sui Diritti d’Autore) parla di “Contratti ingiusti e diritti d’Autore”. Presiede Renate Schroeder (Efj). Alle 14, sul tema “Contrattazione collettiva per i freelance”, Daniela Stigliano (Fnsi) e Martine Rossard (Snj) parlano di contratti collettivi per falsi freelance o lavoratori/pigistes economicamente dipendenti in Francia o quali altre opzioni collettive? Presiede Judit Acsay (Ungheria).
Alle 16, infine, si riuniranno i due gruppi di lavoro: Il primo, “Strategia freelance”, coordinato da Heikki Jokinen si interroga su cosa devono fare i sindacati per poter rispondere meglio alle necessità dei freelance; il secondo “Mappatura e reclutamento”, coordinato da Andreas Bittner (Germania, menbro della Steering Committee), discute su “chi organizza chi e come?”.

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