Il Tribunale di Milano respinge la richiesta. Il 26 ottobre riprende il processo sull’ipotesi di frode fiscale

Diritti tv: negato a Berlusconi il “legittimo impedimento”

Marina e Silvio Berlusconi

MILANO –  No al rinvio dell’udienza del processo Mediaset per legittimo impedimento di Silvio Berlusconi. Lo ha deciso il collegio dei giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano che ci ha messo una manciata di minuti a respingere la richiesta di rinvio dell’udienza avanzata da Piero Longo, uno dei legali di Silvio Berlusconi. In particolare, il presidente dei giudici Edoardo D’Avossa ha sottolineato che “l’interesse prevalente è la rogatoria accesa da quattro anni”, vale a dire l’esame di un teste da sentire in collegamento audio-video da Montecarlo. Il giudice si è, inoltre, richiamato alla sentenza delal Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, soffermandosi in particolare sulla “necessità di collaborazione e di contemperamento degli interessi delle parti” sancita dalla Consulta.
Il no del giudice Edoardo D’Avossa alla richiesta di rinvio dell’udienza del processo sui diritti tv per legittimo impedimento di Silvio Berlusconi potrebbe aprire la strada a un nuovo conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale. Secondo quanto riferito da Piero Longo, uno degli avvocati di Silvio Berlusconi, prima dell’avvio dell’udienza, questa ipotesi “è possibile” anche se, ha precisato il legale, “tocca a Palazzo Chigi prendere l’iniziativa”. Silvio Berlusconi è imputato in questo processo per l’ipotesi di frode fiscale. Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dal pm Fabio De Pasquale, Mediaset avrebbe “gonfiato” i prezzi dei diritti televisi acquistati all’estero allo scopo di creare fondi neri ed evadere così il fisco italiano.
Riprenderà, intanto, il prossimo 26 ottobre davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano il processo sulle presunte irregolarità da parte di Mediaset nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici. Nel dibattimento che vede, tra gli altri, imputato anche Silvio Berlusconi per l’ipotesi di frode fiscale, oggi è stato il giorno dell’esame di Maurizio Choen, consulente giuridico che secondo l’ipotesi formulata dal pm Fabio De Pasquale avrebbe lavorato con Daniele Lorenzano, il “socio occulto” – sempre secondo l’ipotesi dell’accusa – di Silvio Berlusconi nella compravendita dei diritti televisivi. L’uomo ha risposto alle domande del pm che a un certo punto gli ha anche domandato di chiarire i suoi rapporti con Marina Berlusconi, presidente di Fininvest.
“Ho un mandato dalla signora Marina Berlusconi – è stata la risposta del teste – ma sono convinto che questo non abbia alcuna pertinenza con le questioni che vengono trattate in questo processo”. Stessa risposta quando il rappresentante della pubblica accusa gli ha chiesto se abbia avuto rapporti d’affari con Marina Berlusconi e con l’avvocato britannico David Mills in relazione alla costituzione di alcune società off-shore: “Non in relazione a questo procedimento”, ha risposto Choen.

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