Cento anni di conquiste sindacali non possono essere cancellati dai capricci della politica

Giornalisti: così il Governo demolisce il contratto

Franco Siddi, segretario generale Fnsi

ROMA – “Deroghe aziendali al contratto nazionale? A giudizio della Fnsi, che ha recentemente rinnovato il contratto dei giornalisti con un’’intesa fortemente innovativa e di corresponsabilità con la parte imprenditoriale (la Fieg), questa materia non può essere incatenata a capricci della politica o a tornaconti esclusivi di gruppi economici.
La gravità della crisi suggerisce a tutti di lasciare perdere gli stereotipi e di stare ai fondamentali. Il contratto nazionale di lavoro è una convenzione tra parti sociali che regola rapporti civili e economici fondamentali per le persone, per le imprese, per i mercati, non una camicia di forza che impedisce lo sviluppo. E le parti sociali, ovviamente, debbono sapersi assumere le proprie responsabilità.
Deroghe, sì, allora, ma per migliorare non per ridurre decoro e diritti essenziali stabiliti dai contratti. Una cosa è affrontare particolari situazioni di difficoltà in modo appropriato e nel confronto tra le parti interessate, altro pensare a deroghe di fatto sostitutive e riduttive, che rischiano di generare incertezze e squilibri.
Il sindacato dei giornalisti, la Fnsi, offre al confronto che si va già facendo infuocato, il patrimonio della sua contrattazione collettiva, che va avanti da un secolo esatto e non avverte la necessità di regimi derogativi aziendali speciali. Il suo è il primo contratto collettivo nazionale mai stipulato in Italia (1911) e l’’ultimo rinnovato, nel luglio scorso, in ordine di tempo.
Contratto nazionale e negoziazione aziendale convivono da decenni e, pur attraversando periodiche e anche gravi difficoltà, sono oggi come ieri i più efficaci strumenti di regolazione e libertà di un settore industriale, quello dei media, che non ha bisogno di nuove differenze in materia di diritti del lavoro e di concorrenza nel mercato, fiaccato, invece, da ben altri squilibri su cui non si interviene, come quelli del mercato pubblicitario e dei conflitti d’’interesse.
Anche il tema dei licenziamenti più facili, che ci auguriamo sia chiarito dai testi della manovra del Governo che non ha ancora pubblicato il decreto, per il mondo dell’’informazione sarebbe tutt’’altro che una risorsa: un peso enorme sulle condizioni di libertà e autonomia  per l’’esercizio di questa attività, speciale per la qualità delle società democratiche.
Contratto e Statuto dei lavoratori sono strumenti dinamici e generatori di fiducia e responsabilità, quanto mai necessari in questa stagione”.

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