Un grave errore che attenta alla libertà e all’indipendenza della professione e può portare alla scissione

Giornalisti: una riforma rabberciata e parziale

Maurizio de Tilla

ROMA – Non può condividersi l’approvazione fulminea da parte della Commissione Cultura della Camera dei Deputati di una rabberciata e parziale riforma della professione giornalistica che non risponde alle esigenze reali dei giornalisti italiani.
Il Consiglio Nazionale dei giornalisti, con un voto espresso a larga maggioranza, aveva sottolineato la insufficienza ed inidoneità della prospettata riforma che non tiene adeguata considerazione del profilo deontologico (codice compreso) e non tiene, inoltre, conto che la professione di giornalista va egualmente tutelata nelle essenziali componenti dei professionisti e dei pubblicisti che hanno pari dignità anche rappresentativa, ancora di più rafforzata dalle trasformazioni qualitative e numeriche delle due categorie.
Sottovalutare questo elemento fortemente costitutivo della effettiva identità del giornalismo italiano costituisce un grave errore che può portare ad una non auspicabile divisione in un momento nel quale la politica – con un preannunciato provvedimento di liberalizzazione – ha manifestato chiaramente la volontà di attentare alla libertà e alla indipendenza della professione di giornalista.

Maurizio de Tilla
Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti

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