ROMA – La Fnsi non dà solidarietà a comando, come qualche giornale pretende quando intende ridurre tutto a posizione ideologica precostituita e un gioco di poteri e di fazioni che non appartiene al sindacato unitario dei giornalisti. Sulla paventata e malaugurata ipotesi di class action del Pd contro giornali e giornalisti che si sarebbero occupati di alcune inchieste relative a personaggi, che fanno riferimento a questo partito, con toni e misure giudicati non appropriati, la responsabilità appartiene tutta a chi la propone e il giudizio, prima che a qualsiasi autorità giurisdizionale, ai cittadini tutti.
Sullo specifico argomento, peraltro, il Sindacato dei Giornalisti ha avuto modo di esprimersi attraverso il Presidente Roberto Natale.
Autonomia dell’informazione, libertà di critica e correttezza professionale sono tre elementi che devono stare sempre insieme.
Davanti ai fatti e al confronto tra idee e opinioni diverse, che formano la critica anche nelle contrapposizioni, le sanzioni che contano sono sempre quelle delle espressioni dei cittadini, ai quali va assicurato il bene di una informazione plurale libera, corretta nella proposizione dei fatti.
Per la Fnsi, inoltre, le querele dei politici non sono certo lo strumento più apprezzato per valutare eventuali atti di irresponsabilità deontologica.
Il confine tra libera critica e aggressione preordinata, anche a mezzo stampa, nei tempi odierni si è fatto purtroppo più ristretto.
Questo determina talora invasioni di campo dell’uno o dell’altro.
Per la Fnsi è il caso di ricordare ancora una volta che la libertà di critica è sacra, nel rispetto dei diritti umani e di quelli della civiltà democratica.
Il grande guaio è che nel nostro Paese troppo spesso si confondono non solo confini ma anche funzioni e ruoli. I partiti si assumono la loro responsabilità in rapporto con i cittadini che conferiscono loro il consenso, i giornali salvo che non siano esplicitamente le loro voci o gli strumenti di lotta politica, svolgano la loro funzione sul terreno della competizione per la massima e migliore conoscenza dei fatti che contano per la vita pubblica e per la competizione leale tra idee diverse, anche quelle più distanti tra loro.
Il monito del segretario generale della Fnsi di fronte alla minaccia di una class action contro la stampa