L’appello condiviso da colleghi fuori regione e dall’Assostampa Campania. Lettere a Camporese e Sacconi

Giornaliste campane: “no” in pensione a 65 anni

Enzo Colimoro

NAPOLI – Due lettere, una indirizzata al presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, l’altra al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, contro l’innalzamento dell’età pensionabile delle giornaliste a 65 anni. A sottoscriverle, numerose colleghe, al cui fianco si è schierato il Consiglio direttivo dell’Assostampa della Campania.
“Su proposta del consigliere Licciardi – spiega il presidente dell’Assostampa campana, Enzo Colimoro – il Direttivo ha fatto proprio l’appello, condiviso da un folto gruppo di giornaliste e giornalisti, anche al di fuori dei confini regionali, rivolto al presidente dell’’Inpgi Camporese e al ministro del Lavoro Sacconi, affinchè’ non si proceda ad una trattativa annunciata che veda l’’ente di previdenza dei giornalisti come il primo privato ad innalzare l’’età ’pensionabile delle lavoratrici, passaggio indicato da Camporese come necessario in una strategia a tre mosse per la tenuta dei conti dell’’Inpgi, in vista di una ‘gobba’ negativa nel 2020-2040. Scopo dell’’intervento,’ aprire un dibattito che punti ad una maggiore condivisione delle scelte per la tenuta del welfare dei giornalisti”.
Di seguito, il testo delle missive, iniziando da quella trasmessa al presidente dell’Inpgi, Camporese, al cda e al Consiglio generale:

Gentili signori,
apprendiamo che in queste ore l’’Istituto si sta attivando presso l’’esecutivo per ottenerne l’’avallo all’’innalzamento dell’’età pensionabile delle giornaliste a 65 anni, nonostante il provvedimento sull’’intero settore privato sia stato accantonato dal governo.
Nel notare la scarsa comprensibilità di una decisione che penalizzerebbe, prime e sole, le giornaliste nel panorama delle lavoratrici private italiane, ci domandiamo se, in ultima analisi, non sarebbe per noi conveniente chiedere di traslocare con tutti i nostri contributi all’inps.
E questo anche in considerazione dei turni stressanti ai quali, è vero, al pari dei giornalisti, siamo sottoposte. Non vediamo poi perchè le giornaliste italiane dovrebbero accettare un trattamento peggiorativo rispetto alle altre lavoratrici che servirebbe a finanziare una distribuzione delle risorse interne dell’Istituto che riteniamo ingiusta.

La seconda lettera è per il ministro Sacconi, al quale si sta chiedendo l’avallo all’operazione:

Signor ministro,
apprendiamo che in queste ore la presidenza dell’’istituto di previdenza dei giornalisti, l’’Inpgi, starebbe cercando l’’avallo dell’’esecutivo per procedere all’’innalzamento dell’’età pensionabile delle colleghe, nonostante il governo non abbia inserito il provvedimento – duramente contestato da tutte le categorie – in manovra.
Nel manifestarle sorpresa e disappunto le chiediamo con forza di non voler avvallare la penalizzazione preferenziale delle giornaliste italiane.
Si tratterebbe di una singolare disparità di trattamento che andrebbe a colpire lavoratrici, alle quali l’’Inpgi molto di più dovrebbe dare in termini di sostegno – tempo parziale e contributi figurativi, sostegno alle spese di cura familiare, conciliazione della maternità con i tempi di lavoro – e che invece verrebbero solo usate per spremere qualche risorsa. Risorsa che, ci permettiamo di far notare, in queste condizioni servirebbe solo a sostenere economicamente un pesante ed ingiusto squilibrio di trattamenti interni all’istituto. E sulla pelle di chi fa un lavoro, a tutti gli effetti, usurante (almeno quello della gran parte di noi).
Fidiamo nella sua prudenza e nella sua sensibilità, già dichiarata in proposito. Le chiediamo di negare sostegno a tale intento.

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