GERUSALEMME – “Freedom Flottiglia 2”, la flotta di navi che porterà aiuti umanitari a Gaza, potrà scaricare il suo carico nel porto egiziano di El-Arish, da cui verrà trasferito nella Striscia: è l’accordo raggiunto tra Israele e l’Egitto, secondo quanto riferito dalla radio israeliana. Resta, tuttavia, l’incognita di quale sarà l’effettivo percorso deciso dagli attivisti del movimento Free Gaza, che potrebbero, invece, decidere di forzare il blocco navale imposto dagli israeliani.
Dopo la riunione del gabinetto di sicurezza convocato ieri sera dal premier Benjamin Netanyahu, in ogni caso, lo stato ebraico ha già fatto sapere che l’accesso via mare a Gaza sarà proibito; un medesimo vertice è previsto anche per oggi.
“I ministri hanno deciso di non consentire alle navi l’acceso via mare per Gaza”, ha riferito la radio israeliana.
“Ma, se non saranno trovate armi o munizioni, il carico verrà trasferito interamente nella Striscia”. “Freedom Flottiglia 2” salperà stasera dal porto ateniese del Pireo: la flotta è composta da dieci navi (tra cui l’italiana “Stefano Chiarini”) con a bordo 500 attivisti. (Agi).
Il consiglio di sicurezza israeliano ha, infatti, ordinato alla Marina di fermare la flottiglia internazionale che trasporta aiuti per la striscia di Gaza e che dovrebbe partire nei prossimi giorni. “Lo Stato d’Israele è determinato a impedire la flottiglia di arrivare a Gaza”, si legge in un comunicato dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Le forze armate, prosegue la nota, avranno comunque la consegna di “evitare il confronto, se possibile, con coloro che saranno a bordo del battello”.
Malgrado le minacce di Israele e l’opposizione dell’Onu, militanti provenienti da 22 paesi diversi prevedono di partire questa settimana dalla Grecia a bordo di dieci imbarcazioni.
Il governo israeliano ha deciso di non autorizzare l’arrivo a Gaza, ma la flottiglia ha ottenuto il permesso dalle autorità del Cairo di attraccare nel porto egiziano di El-Arish, a cinquanta chilometri dalla frontiera fra Egitto e Gaza. (Asca).
E in aperta polemica col proprio governo, il quotidiano israeliano Haaretz consiglia oggi nel suo editoriale di autorizzare il transito di una Flottiglia di attivisti filopalestinesi intenzionati a consegnare questa settimana aiuti umanitari agli abitanti di Gaza. Rischiano, infatti, il divieto di ingresso in Israele per dieci anni, il sequestro dell’equipaggiamento e eventuali altre sanzioni i giornalisti stranieri che parteciperanno alla flottiglia internazionale di attivisti filopalestinesi che intende forzare il blocco navale israeliano di Gaza per portare aiuti umanitari. L’Associazione della Stampa Estera in Israele ha replicato: messaggio “agghiacciante”. (Ansa).
Intanto, la petizione on line rivolta al presidente Napolitano affinchè le istituzioni italiane “facciano pressione politica su Israele per assicurare che i passeggeri a bordo della Freedom Flotilla per Gaza non siano attaccati violentemente dai militari Israeliani” ha superato le 5000 firme. La petizione chiede al presidente della Repubblica di intervenire per garantire la sicurezza degli attivisti ed il loro diritto di arrivare a Gaza, in conformità alle leggi internazionali.
Un’altra iniziativa a sostegno della Freedom Flotilla è stata lanciata dalla famiglia di Vittorio Arrigoni, il volontario italiano assassinato a Gaza lo scorso aprile, insieme al Premio Nobel Dario Fo, a Franca Rame, Moni Ovadia, i sindacI di Napoli e Genova Luigi de Magistris e Marta Vincenzi, Vincenzo Vita ed altri senatori del Pd e del Gruppo Misto, Padre Alex Zanotelli, il portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando, i musicisti Fiorella Mannoia e Toni Esposito, Don Nandino Capovilla di Pax Christi, Alessandra Mecozzi e Giorgio Cremaschi della Fiom – Cgil, che hanno sottoscritto un appello alle autorità italiane per “garantire la vita, l’incolumità e la sicurezza dei nostri connazionali impegnati in una missione umanitaria e non violenta”.
Nello stesso appello – sottoscritto da decine di personalità e centinaia di professionisti, sacerdoti, artisti ed esponenti della società civile – si chiede anche alle cittadine ed ai cittadini italiani di “mobilitarsi in solidarietà con i volontari della Freedom Flotilla Stay Human, per la fine dell’assedio di Gaza e per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, attraverso il riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla vita, alla terra ed alla libertà”.
Un’altra iniziativa a sostegno della Freedom Flotilla è stata lanciata dalla famiglia di Vittorio Arrigoni, il volontario italiano assassinato a Gaza lo scorso aprile, insieme al Premio Nobel Dario Fo, a Franca Rame, Moni Ovadia, i sindacI di Napoli e Genova Luigi de Magistris e Marta Vincenzi, Vincenzo Vita ed altri senatori del Pd e del Gruppo Misto, Padre Alex Zanotelli, il portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando, i musicisti Fiorella Mannoia e Toni Esposito, Don Nandino Capovilla di Pax Christi, Alessandra Mecozzi e Giorgio Cremaschi della Fiom – Cgil, che hanno sottoscritto un appello alle autorità italiane per “garantire la vita, l’incolumità e la sicurezza dei nostri connazionali impegnati in una missione umanitaria e non violenta”.
Nello stesso appello – sottoscritto da decine di personalità e centinaia di professionisti, sacerdoti, artisti ed esponenti della società civile – si chiede anche alle cittadine ed ai cittadini italiani di “mobilitarsi in solidarietà con i volontari della Freedom Flotilla Stay Human, per la fine dell’assedio di Gaza e per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, attraverso il riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla vita, alla terra ed alla libertà”.