MILANO – Via libera dai soci Rcs al cambio di statuto, preliminare alla semplificazione del gruppo. Il pallino sul riassetto passa ora al Cda, già in agenda giovedì, mentre alla vigilia l’amministratore delegato Antonello Perricone avrà un incontro con dirigenti e direttori della Periodici per rilanciare le testate di cui è saltata la vendita nei giorni scorsi.
La convinzione è che si possa recuperare la situazione economica degli otto periodici (Novella 2000, Max, Astra, Il Mondo, Visto, Ok Salute, Costruire e Costruire Impianti, per un totale di 72 giornalisti). “Ci sono dei numeri con marginalità negativa – ha spiegato Perricone – ma non tale da non poter essere recuperata con un’azione incisiva come quella che ci apprestiamo a fare”.
C’é la volontà di “affrontare con grande attenzione e serenità la tematica e a rivedere i progetti editoriali e organizzativi”, ha detto. “Ogni tentativo sarà portato avanti con la massima attenzione e determinazione”, fermo restando che in caso contrario non si esclude una “eventuale dismissione”.
Con il riassetto sono stimati invece “risparmi diretti pari a 3-4 milioni di euro l’anno”, ha spiegato Perricone, mentre a regime “non escludiamo altre efficienze oggi non quantificabili”.
Vengono esclusi riassetti in Spagna, mentre in Italia c’é un’ipotesi di valorizzazione degli immobili, anche se “non c’é alcuna trattativa in corso”. “Cda e manager – ha aggiunto l’amministratore delegato – sono particolarmente attenti al mantenimento della tradizione per quanto riguarda l’immobile di via Solferino”, sede del Corriere della Sera.
Perricone ha, poi, parlato di una situazione di mercato in Italia, in cui la raccolta pubblicitaria “desta sicuramente qualche preoccupazione, che sul fronte della tivù è forte”. “Noi andremo molto meglio dei singoli segmenti di mercato”, ha aggiunto, segnalando come “caso più eclatante” quello del web, dove si vedono “numero importanti”.
Rcs, ha tra l’altro ricordato il presidente Piergaetano Marchetti in assemblea, si é dotata da un paio di mesi di un “chief digital officer”, un nuovo dirigente che sarà responsabile di tutte le attività digitali (si tratta dell’ex McKinsey Alceo Rapagna).
Nell’arco di una ventina di giorni si dovrebbe, intanto, conoscere l’ammontare dei recessi di quanti non hanno approvato il cambio di statuto. Sulla carta potrebbe riguardare il 13,4% circa del capitale ordinario e 29,3 milioni di azioni risparmio, ma appare improbabile visti i prezzi di liquidazione, che sono inferiori ai valori di Borsa (1,163 euro per le ordinarie, 0,796 per le risparmio).
“Non è nostro potere stabilire se gli azionisti del patto eserciteranno la prelazione”, ha detto Marchetti. Comunque, il Cda “non intende in alcun modo favorire il delisting”.
Dopo le ricostruzioni sulle richieste di Diego Della Valle al patto per rimuovere i vincoli all’acquisto di quote fuori patto, Marchetti ha oggi confermato di aver ricevuto un mandato dai grandi soci sul “possesso azionario o i movimenti di azioni” nel gruppo, ma ha precisato che si tratta di una “ricognizione della disciplina giuridica”, che non riguarda alcuna “operazione concreta”.
Giuseppe Rotelli, socio con l’11% dei voti, ha intanto ribadito di esser pronto a salire ulteriormente.
Per recuperare la situazione economica degli otto periodici per un totale di 72 giornalisti