
BOLOGNA – Non solo Roberto Benigni. Di regali Michele Santoro, tenendosi in disparte per buona parte dello show, al suo pubblico ne riserva tanti.
In questa serata organizzata a Bologna per dimostrare che “qualcosa sta cambiando, che c’è una domanda di partecipazione nuova”, il giornalista raccoglie tutte le forze per spiegare la sua idea di televisione libera dopo l’ultima battaglia e l’addio alla Rai.
Affida il timone a Serena Dandini, che svela subito la sua missione di “riportare Santoro in Rai”, e Vauro in versione dantesca, trasmette spezzoni di Aniene di Corrado Guzzanti, manda in onda il Sergio Marchionne di Maurizio Crozza, lascia spazio a Marco Travaglio e al pm Antonio Ingroia, fa cantare i Subsonica, Teresa De Sio e Daniele Silvestri e dà voce ai tanti precari e cassintegrati che gridano il loro diritto al lavoro, vero protagonista della serata. Ma soprattutto regala se stesso. Entra in tuta da metalmeccanico alla fine della serata e parla dritto al premier Silvio Berlusconi.
“Lei sta facendo di tutto per farmi diventare disoccupato, ma non ci riuscirà. E siccome lei una volta ha detto di essere presidente operaio, le parlo da operaio a operaio”, esordisce prima far alzare le 30 mila mani presenti al parco di Villa Angeletti.
“Io voto perché Santoro resti in Rai – grida al pubblico – Io alzo la mano. Allora Bersani contale anche tu queste 30 mila mani. Ci dobbiamo riprendere quello che ci avete tolto: l’aria, il mare, la scuola. Il nostro futuro. Da operaio a operaio, se lei mi chiede: «ci saranno lavoratori nel futuro di questo paese? Le dico sì, sì, sì e sì»”.
“Tutti in piedi: signori, entra il lavoro” il titolo dello spettacolo organizzato nell’ambito della festa dei 110 anni della Fiom, anche in solidarietà a Current tv che rischia la chiusura e che ha trasmesso l’evento in diretta, come aveva fatto “Raiperunanotte”, il primo esperimento di tv libera dagli editori tradizionali messo in atto un anno fa sempre a Bologna.
Anche questa volta nessuno sponsor se non il pubblico e nessun intento di lucro tra i partecipanti, anche questa volta una rete di tv locali e di siti a trasmettere in diretta la serata. Hanno dovuto attendere quasi due ore le diverse migliaia di spettatori del parco Villa Angeletti per vedere la tanto attesa sorpresa. Santoro entra solo per presentare Benigni.
Il comico sale sul palco, salta al collo del giornalista, si butta a terra e corre. “L’Italia s’è desta”, grida nel delirio del pubblico. “Cari lavoratori, siete l’Italia migliore”, dice poi capovolgendo la frase di Renato Brunetta. Il ministro finisce più volte nel mirino degli ospiti.
“Noi siamo orgogliosi di essere i migliori, quello che pagano le tasse, fanno funzionare questo paese e ora lo vogliono anche cambiare”, afferma tra l’ovazione del pubblico il padrone di casa, il segretario della Fiom, Maurizio Landini.
C’è anche Maurizia Russo Spena, la precaria snobbata dal ministro Renato Brunetta. “Io rappresento non il mio fallimento – afferma – ma il fallimento del governo, ora il ministro non dovrà parlare solo con me ma con le piazze”.
Ovazione anche per Marco Travaglio, che porta sul palco parte del suo spettacolo, e al pm Antonio Ingroia che ricorda Falcone e Borsellino e attacca chi pensa che “i magistrati siano meglio morti che vivi”. Tanti applausi anche per un rappresentante degli operai della Fincantieri, per le lavoratrici della Omsa e per Felice, leader dei pastori sardi.
Sale sul palco Elisa Anzaldo, la giornalista che ha lasciato la conduzione del Tg1 in polemica con il direttore Augusto Minzolini, che appare subito dopo nell’interpretazione di Max Paiella. “Vi abbiamo dato – ironizza la giornalista – informazioni sull’Orso Yoghi, sulla pecora Dolly, sul tacco da 15 e sul gelato: coppetta o cono? Tutti elementi utili per formare l’opinione pubblica”.
C’è tempo anche per un siparietto con Santoro e Vauro che cercano di lanciare Landini sulla folla. “E vediamo se riusciamo a buttarlo giù questo governo di m.”, grida il vignettista.
In questa serata organizzata a Bologna per dimostrare che “qualcosa sta cambiando, che c’è una domanda di partecipazione nuova”, il giornalista raccoglie tutte le forze per spiegare la sua idea di televisione libera dopo l’ultima battaglia e l’addio alla Rai.
Affida il timone a Serena Dandini, che svela subito la sua missione di “riportare Santoro in Rai”, e Vauro in versione dantesca, trasmette spezzoni di Aniene di Corrado Guzzanti, manda in onda il Sergio Marchionne di Maurizio Crozza, lascia spazio a Marco Travaglio e al pm Antonio Ingroia, fa cantare i Subsonica, Teresa De Sio e Daniele Silvestri e dà voce ai tanti precari e cassintegrati che gridano il loro diritto al lavoro, vero protagonista della serata. Ma soprattutto regala se stesso. Entra in tuta da metalmeccanico alla fine della serata e parla dritto al premier Silvio Berlusconi.
“Lei sta facendo di tutto per farmi diventare disoccupato, ma non ci riuscirà. E siccome lei una volta ha detto di essere presidente operaio, le parlo da operaio a operaio”, esordisce prima far alzare le 30 mila mani presenti al parco di Villa Angeletti.
“Io voto perché Santoro resti in Rai – grida al pubblico – Io alzo la mano. Allora Bersani contale anche tu queste 30 mila mani. Ci dobbiamo riprendere quello che ci avete tolto: l’aria, il mare, la scuola. Il nostro futuro. Da operaio a operaio, se lei mi chiede: «ci saranno lavoratori nel futuro di questo paese? Le dico sì, sì, sì e sì»”.
“Tutti in piedi: signori, entra il lavoro” il titolo dello spettacolo organizzato nell’ambito della festa dei 110 anni della Fiom, anche in solidarietà a Current tv che rischia la chiusura e che ha trasmesso l’evento in diretta, come aveva fatto “Raiperunanotte”, il primo esperimento di tv libera dagli editori tradizionali messo in atto un anno fa sempre a Bologna.
Anche questa volta nessuno sponsor se non il pubblico e nessun intento di lucro tra i partecipanti, anche questa volta una rete di tv locali e di siti a trasmettere in diretta la serata. Hanno dovuto attendere quasi due ore le diverse migliaia di spettatori del parco Villa Angeletti per vedere la tanto attesa sorpresa. Santoro entra solo per presentare Benigni.
Il comico sale sul palco, salta al collo del giornalista, si butta a terra e corre. “L’Italia s’è desta”, grida nel delirio del pubblico. “Cari lavoratori, siete l’Italia migliore”, dice poi capovolgendo la frase di Renato Brunetta. Il ministro finisce più volte nel mirino degli ospiti.
“Noi siamo orgogliosi di essere i migliori, quello che pagano le tasse, fanno funzionare questo paese e ora lo vogliono anche cambiare”, afferma tra l’ovazione del pubblico il padrone di casa, il segretario della Fiom, Maurizio Landini.
C’è anche Maurizia Russo Spena, la precaria snobbata dal ministro Renato Brunetta. “Io rappresento non il mio fallimento – afferma – ma il fallimento del governo, ora il ministro non dovrà parlare solo con me ma con le piazze”.
Ovazione anche per Marco Travaglio, che porta sul palco parte del suo spettacolo, e al pm Antonio Ingroia che ricorda Falcone e Borsellino e attacca chi pensa che “i magistrati siano meglio morti che vivi”. Tanti applausi anche per un rappresentante degli operai della Fincantieri, per le lavoratrici della Omsa e per Felice, leader dei pastori sardi.
Sale sul palco Elisa Anzaldo, la giornalista che ha lasciato la conduzione del Tg1 in polemica con il direttore Augusto Minzolini, che appare subito dopo nell’interpretazione di Max Paiella. “Vi abbiamo dato – ironizza la giornalista – informazioni sull’Orso Yoghi, sulla pecora Dolly, sul tacco da 15 e sul gelato: coppetta o cono? Tutti elementi utili per formare l’opinione pubblica”.
C’è tempo anche per un siparietto con Santoro e Vauro che cercano di lanciare Landini sulla folla. “E vediamo se riusciamo a buttarlo giù questo governo di m.”, grida il vignettista.
INGROIA, PER QUALCUNO GIUDICI MEGLIO MORTI CHE VIVI
“Qualcuno pensa che i magistrati siano meglio morti che vivi. Si isolano i vivi per piangerli da morti”. Lo ha detto il pm Antonio Ingroia nel corso di un applauditissimo intervento alla serata ‘Tutti in piedi’, organizzata da Michele Santoro a Bologna.
“Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano grandi uomini, eroi, martiri. Vorrei che non avessimo più né eroi né martiri – ha proseguito – vorrei che non ci fossero più missioni per i magistrati, vorrei che il nostro fosse un lavoro normale, perché questo significherebbe che politici e magistrati farebbero lo stesso lavoro: combattere la mafia.
Oggi questo è un sogno. E’ difficile. Troppi insulti, troppi attacchi, troppe campagne contro. Uguali a quelle contro Borsellino e Falcone. Anche loro insultati con insulti simili a quelli di oggi. In più la beffa di piangerli da morti: apprezzarli da morti con l’indecente sistema di usare i morti contro i vivi. Dicendo che loro sì erano bravi al contrario dei vivi. Questo perché qualcuno pensa che i magistrati siano meglio da morti che da vivi. Si isolano i vivi per piangerli da morti”.
“I magistrati hanno diritto al rispetto del loro lavoro, come quello di tutti gli altri – ha aggiunto Ingroia – per tutelare il diritto alla giustizia che sia uguale per tutti, senza privilegi, impunità e immunità. Serve che ci lascino lavorare e per questo voglio battermi ancora fuori e sopra i palchi, cercando di non dimenticare mai i modelli di umiltà e tenacia di Borsellino e Falcone”.
“Qualcuno pensa che i magistrati siano meglio morti che vivi. Si isolano i vivi per piangerli da morti”. Lo ha detto il pm Antonio Ingroia nel corso di un applauditissimo intervento alla serata ‘Tutti in piedi’, organizzata da Michele Santoro a Bologna.
“Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano grandi uomini, eroi, martiri. Vorrei che non avessimo più né eroi né martiri – ha proseguito – vorrei che non ci fossero più missioni per i magistrati, vorrei che il nostro fosse un lavoro normale, perché questo significherebbe che politici e magistrati farebbero lo stesso lavoro: combattere la mafia.
Oggi questo è un sogno. E’ difficile. Troppi insulti, troppi attacchi, troppe campagne contro. Uguali a quelle contro Borsellino e Falcone. Anche loro insultati con insulti simili a quelli di oggi. In più la beffa di piangerli da morti: apprezzarli da morti con l’indecente sistema di usare i morti contro i vivi. Dicendo che loro sì erano bravi al contrario dei vivi. Questo perché qualcuno pensa che i magistrati siano meglio da morti che da vivi. Si isolano i vivi per piangerli da morti”.
“I magistrati hanno diritto al rispetto del loro lavoro, come quello di tutti gli altri – ha aggiunto Ingroia – per tutelare il diritto alla giustizia che sia uguale per tutti, senza privilegi, impunità e immunità. Serve che ci lascino lavorare e per questo voglio battermi ancora fuori e sopra i palchi, cercando di non dimenticare mai i modelli di umiltà e tenacia di Borsellino e Falcone”.
PRECARIA A BRUNETTA: ORA SE LA VEDRA’ CON LA PIAZZA
Maurizia Russo Spena, la precaria del ministero del Lavoro alla quale il ministro Brunetta non ha voluto rispondere dicendo poi la frase su “l’Italia peggiore”, ha preso la parola a “Tutti in piedi”, la manifestazione organizzata da Santoro alla festa della Fiom a Bologna.
“Io – ha detto rivolgendosi al ministro – rappresento non il mio fallimento, ma il fallimento delle politiche del suo governo, sono precaria da 15 anni e da sei all’Agenzia Italia Lavoro dove mi occupo del ricollocamento dei lavoratori più deboli: un paradosso.
Sono madre di due figlie ed ho imparato a studiare di notte per occuparmi delle famiglie. Ma ora il ministro non dovrà parlare più solo con me, ma con le piazze dell’indignazione”.
Maurizia Russo Spena, la precaria del ministero del Lavoro alla quale il ministro Brunetta non ha voluto rispondere dicendo poi la frase su “l’Italia peggiore”, ha preso la parola a “Tutti in piedi”, la manifestazione organizzata da Santoro alla festa della Fiom a Bologna.
“Io – ha detto rivolgendosi al ministro – rappresento non il mio fallimento, ma il fallimento delle politiche del suo governo, sono precaria da 15 anni e da sei all’Agenzia Italia Lavoro dove mi occupo del ricollocamento dei lavoratori più deboli: un paradosso.
Sono madre di due figlie ed ho imparato a studiare di notte per occuparmi delle famiglie. Ma ora il ministro non dovrà parlare più solo con me, ma con le piazze dell’indignazione”.
LANDINI, GIOVANI NON ACCETTANO SITUAZIONE POLITICA
“Stasera ci sono moltissimi giovani. I giovani non accettano più questa situazione politica e guardano in modo critico a quello che sta succedendo”.
Lo ha detto il segretario della Fiom, Maurizio Landini, a margine della manifestazione organizzata da Michele Santoro per la festa dei 110 anni dell’organizzazione sindacale.
“Questa serata è nata nel modo più naturale possibile – ha proseguito Landini – abbiamo chiamato Michele Santoro e lui ha subito accettato con entusiasmo la nostra proposta”.
“Stasera ci sono moltissimi giovani. I giovani non accettano più questa situazione politica e guardano in modo critico a quello che sta succedendo”.
Lo ha detto il segretario della Fiom, Maurizio Landini, a margine della manifestazione organizzata da Michele Santoro per la festa dei 110 anni dell’organizzazione sindacale.
“Questa serata è nata nel modo più naturale possibile – ha proseguito Landini – abbiamo chiamato Michele Santoro e lui ha subito accettato con entusiasmo la nostra proposta”.