ROMA – “Il problema degli editori non è tanto quello di «produrre» informazione, quanto quello di vendere informazione, ossia di continuare a fare il proprio mestiere anche nel caso in cui, in una prospettiva non lontana, il confronto competitivo, già oggi aspramente dialettico, dovesse spostarsi, in modo definitivo, sul versante dei nuovi portali dell’informazione digitale”.
Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Per l’informazione “locale e di nicchia – continua Fini – sarebbero auspicabili, nel breve-medio periodo, nuove politiche pubbliche in grado di far cessare, in modo progressivo, i contributi diretti e di accompagnare il processo di digitalizzazione e lo sbarco sul web con iniziative selettive, finalizzate ad incentivare gli investimenti tecnologici”.
“Lo scorso anno – sottolinea Fini – avevo sottolineato che la svolta digitale richiede un approccio consapevole in ordine agli obiettivi che si devono perseguire: maggiore pluralismo, maggiori opportunità di scelta, maggiore efficienza allocativa. Essa richiede, però – avverte il presidente della Camera – anche scelte coraggiose per evitare ogni inerzia ed ogni tentazione di arroccamento a difesa di antiche rendite di posizione, che non permetterebbero al «sistema-Paese» di competere adeguatamente nel circuito internazionale”.
Per il presidente della Camera gli editori devono sforzarsi a vendere non solo a produrre