Amnesty International lancia un appello per la liberazione di Shi Tao, in carcere dal 2004 in Cina

Giornalista sconta 10 anni per un’e-mail

Shi Tao

ROMA – Shi Tao, giornalista e poeta, sta scontando 10 anni di carcere per aver inviato un’email che riassumeva le indicazioni diffuse dal dipartimento centrale della propaganda cinese su come i giornalisti avrebbero dovuto trattare il 15° anniversario della repressione del movimento per la democrazia del 1989. Dovrebbe tornare in libertà il 23 novembre 2014. È detenuto nella prigione di Yinchuan nella Regione autonoma di Ningxia Hui, dove è stato trasferito nel maggio 2010.
Shi Tao è stato arrestato il 24 novembre 2004 nei pressi della sua abitazione a Taiyuan, città nella provincia di Shanxi, e in seguito accusato di “diffusione di segreti di stato”.
Ha affermato di esser stato avvicinato dalla polizia lungo la strada verso casa e incappucciato. Dopo averlo arrestato, la polizia si è recata nella sua abitazione dove ha sequestrato il suo computer, il portatile e altri beni. La polizia, secondo quanto riferito da Shi Tao, non aveva presentato un mandato d’arresto né di perquisizione. È stato detenuto in isolamento fino al 25 gennaio 2005, quando gli è stato concesso di incontrare per la prima volta il suo avvocato, Guo Guoting.
A fine febbraio 2005, l’ufficio di Guo Guoting è stato perquisito e il suo computer e la sua licenza per praticare la professione sequestrati dalla polizia. L’11 marzo 2005, Shi Tao è stato processato durante un processo segreto durato due ore. Guo Guoting, privato della sua licenza, non ha potuto assisterlo durante il processo. Dopo aver ricevuto minacce, Guo Guoting ha lasciato il paese per studiare all’estero. Guo Guoting (noto anche come Thomas Guo) è tuttora in esilio.
Il 30 aprile 2005, Shi Tao è stato condannato a 10 anni di reclusione e alla privazione dei diritti politici per i due anni successivi. Nel corso dell’udienza, il giudice gli avrebbe detto: “Le vostre azioni hanno ferito gravemente gli interessi del nostro paese. Questa sentenza è la più leggera possibile”. Durante il processo d’appello, seguito al ricorso presentato da Tao e svoltosi anche questo in segreto nel giugno 2005, il suo secondo avvocato non ha potuto essere presente perché non era stato informato della data dell’udienza in anticipo. Questo processo ha confermato la sentenza.
Secondo il verdetto della corte, la Yahoo Hong Kong Ltd (società di servizi Internet con sede legale negli Stati Uniti) ha fornito alle autorità le coordinate del luogo corrispondente all’indirizzo IP da cui l’utente aveva inviato l’email, alle 23.32 del 20 aprile 2004. Il luogo corrispondeva all’ufficio di Dangdai Shangbao, il giornale per il quale Shi Tao lavorava. Il portavoce di Yahoo! ha sostenuto che la società aveva semplicemente applicato e rispettato le leggi locali.

LA STORIA DI SHI TAO
Shi Tao, nato il 25 luglio 1968 a Yanchi, nella Regione autonoma di Ningxia Hui, ha studiato economia e politica presso l’East China Normal University di Shanghai. Oltre a essere un giornalista, Shi Tao è anche un affermato poeta e ha pubblicato diverse opere sul suo paese e sulla popolazione cinese, sulla democrazia e la libertà di parola.
All’università ha fondato il gruppo di poesia urbana Woting e ha fatto parte del consiglio dell’Associazione dei poeti dell’Università di Shanghai. Dopo la laurea nel 1991, ha lavorato come giornalista e redattore in diverse testate.
L’11 febbraio 2004, ha iniziato a lavorare per il giornale Dangdai Shangbao a Changsha, nella provincia di Hunan, come direttore del comitato di redazione e assistente del redattore capo.
Dopo essersi dimesso, nel maggio 2004, ha iniziato come giornalista freelance e scrittore, lavorando prevalentemente a Taiyuan, nella provincia dello Shanxi, fino al suo arresto nel novembre 2004. Il 20 aprile 2004 Shi Tao ha partecipato a una riunione durante la quale è stato trasmesso il contenuto di un comunicato per i giornalisti da parte del dipartimento centrale per la propaganda sul 15° anniversario della repressione del movimento per la democrazia del 1989.
Lo stesso comunicato era stato diffuso a tutte le principali istituzioni pubbliche, compresi gli organi di stampa e quelli governativi a ogni livello. Il comunicato metteva in guardia su possibili disordini durante l’anniversario e su quelli che, secondo il governo, erano i rischi di infiltrazione di “elementi democratici” e di altri elementi ostili stranieri, sul “sabotaggio” da parte del Falun Gong e “incidenti di massa”.
Secondo il comunicato, dovevano essere adottate “azioni preventive” a vari livelli, gli organi di stampa sarebbero stati istruiti a “indirizzare correttamente l’opinione pubblica” e a “non rilasciare pareri che non fossero coerenti con le politiche centrali”.
Il comunicato si concludeva esortando i giornalisti a riferire alle autorità eventuali sospettati, anche tra i colleghi, che potessero avere contatti con “elementi democratici d’oltremare”. Shi Tao, che aveva preso appunti durante la riunione, ha poi inviato una sintesi delle informazioni raccolte a un suo contatto negli Stati Uniti.
Quello stesso giorno, un articolo, basato su queste informazioni, è stato pubblicato con lo pseudonimo “198.964” sul sito web Minzhu Tongxun (Forum della democrazia).
Dopo l’arresto di Shi Tao, la sua famiglia ha iniziato a subire rappresaglie dalle autorità. Sua moglie è stata interrogata ogni giorno da funzionari dell’ufficio di pubblica sicurezza e ha subito frequenti pressioni dai colleghi affinché divorziasse da Shi, cosa che alla fine ha fatto. La madre di Shi Tao, Gao Qinsheng, lo zio e il fratello sono stati sottoposti a sorveglianza e maltrattati sia a lavoro che a casa.
PER FIRMARE L’APPELLO DI AMNESTY INTERNATIONAL
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/206

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