ROMA – L’autorità ha deciso di comminare a Tg1 e Tg4 la sanzione massima prevista dalla legge e pari a 258 mila euro in quanto recidivi mentre a Tg2, Tg5 e Studio Aperto la multa ammonta a 100 mila euro ciascuno. L’autorità presieduta da Corrado Calabrò aveva chiesto già sabato scorso “chiarimenti urgenti alle emittenti interessate”.
“Considerate le osservazioni pervenute da Rai e Mediaset, la Commissione – informa un comunicato – ha ritenuto che le interviste, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed omologhe per modalità di esposizione mediatica, abbiano determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom”. Quindi la decisione di sanzionare i 5 tg per un totale di circa 816 mila euro complessivi.
“L’Autorità – continua il comunicato – ribadisce che vige il dovere di equilibrio e completezza di informazione fino alla conclusione della campagna elettorale con i ballottaggi in corso. L’Autorità ha, infine, chiarito che il divieto di diffusione di sondaggi sulle intenzioni di voto rimane in vigore su tutto il territorio nazionale fino allo svolgimento del secondo turno delle elezioni amministrative”.
Mediaset non ci sta e annuncia ricorso al Tar contro la multa dell’Agcom, affermando di essere allibita per la sanzione. “Mediaset – si legge nella nota – è allibita per le sanzioni decise oggi dall’Agcom contro le quali ricorrerà immediatamente al Tar”. “Con questa decisione – conclude Mediaset – l’Autority impedisce di fatto alle televisioni di fare il proprio mestiere di informazione e in questo modo diventa parte anziché arbitro, come la legge vorrebbe, del confronto politico”.
A giudizio del Pd “la multa che l’Agcom ha comminato ai telegiornali della Rai e, in particolare al Tg1 di oltre 250 mila euro, è una vera e propria «tassa Minzolini» che gli italiani ora saranno costretti in qualità di abbonati a pagare. Una tassa che nasce dall’arroganza e dalla volontà di occupazione del presidente del Consiglio della televisione pubblica e non solo”. Lo dichiara Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, che aggiunge: “Oltre al danno di un mancato pluralismo per gli italiani arriva anche la beffa di una multa che sarà di fatto pagata dai contribuenti italiani. Dato che Minzolini sa bene quello che fa forse sarebbe il caso che la Rai si rivalesse nei suoi confronti”.
Naturalmente, di segno opposto il commento del Pdl. “La decisione di oggi relativa ai tg Rai e Mediaset ha un unico, chiaro effetto: quello di mettere seriamente a rischio la credibilità dell’Agcom. A meno di ritenere, come la sinistra sembra fare, che le tv possano sentire e intervistare chiunque, tranne il Presidente del Consiglio”. Lo dichiara Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.
Per il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, addirittura “la decisione dell’Agcom offende il diritto. Hanno pienamente ragione i consiglieri che contestano una decisione arbitraria. L’equilibrio dei tg va visto nel complesso delle varie edizioni. Multino semmai chi manda in diretta sulla Rai Ciancimino. Non ci si illuda di far carriera a colpi di decisioni faziose”.
L’Italia dei Valori, invece, presenterà domani stesso un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale. “E’ assurdo – afferma, infatti, il presidente Antonio Di Pietro – che i cittadini paghino di tasca loro per le violazioni commesse dai responsabili dei Tg del servizio pubblico che ubbidiscono ai diktat di Palazzo Chigi e non informano correttamente gli italiani”.