I consiglieri nazionali di Fnsi-L’Alternativa avvertono “un tentativo di screditare l’atto di indirizzo della Rai”

“Il programma di Sgarbi: errore e doppio danno”

Vittorio Sgarbi

Paolo Corsini

ROMA – “Il programma di Vittorio Sgarbi è stato un errore e un doppio danno”. Lo affermano i consiglieri nazionali della Fnsi – componente L’Alternativa, Paolo Corsini, Marco Ferrazzoli e Pierangelo Maurizio. “Un errore perché, chiunque abbia un minimo di conoscenza delle dinamiche dell’offerta televisiva, sa bene che Sgarbi, pur essendo assolutamente geniale, non è tagliato per condurre un programma in prima serata su Rai1.
Eppure è un errore che è stato perseguito fino in fondo. Perché? Un doppio danno, poi – prosegue la nota – perché da un lato è stato pagato con i soldi pubblici, dall’altro perché ha di fatto indebolito l’atto di indirizzo proposto dal Pdl in Commissione di Vigilanza Rai, che propone un’alternanza nella conduzione degli spazi informativi.
Un atto di indirizzo che condividiamo totalmente, vitale per ristabilire una pluralità di opinioni ora – di fatto – negate dal monopolio dei vari Santoro e Floris. A questo punto ci chiediamo se questo «errore», sia stato perseguito proprio per screditare l’atto di indirizzo, e affossarlo prima ancora prima che veda la luce”.
Un flop, insomma, per molti annunciato e l’opposizione che parte all’attacco sui costi. Non funziona “Ci tocca pure Sgarbi”, il programma affidato in prima serata su Rai Uno al critico d’arte, voluto dall’ex dg Mauro Masi e che la Direzione di Raiuno ha necessariamente sospeso dopo l’esordio deludente, appena l’8,3% di share.
Decisione presa in un colloquio al telefono con il direttore di Raiuno, Mauro Mazza, poco prima che Sgarbi andasse in conferenza stampa e a ridosso del Cda, ancora in corso a viale Mazzini. Davanti ai giornalisti Sgarbi ha detto di non essere pentito; ha difeso la squadra (se il programma è andato male “è colpa mia, gli autori sono stati fantastici”); ha rivelato che gli piacerebbe andare avanti “perché credo sia giusto parlare di questi temi” ma ammette che forse la prima serata è troppo, “sono disponibile anche ad andare in terza”.
Poi la notizia, quel festeggiamento post programma ieri sera con Berlusconi: che, assicura Sgarbi, a parte qualche osservazione “tecnica da uomo di tv” era “compiaciuto” del programma.
Ora sono due i fronti aperti: quello dei costi sostenuti, pare oltre un milione di euro di cui 7-800 mila solo di scenografia, e quello di un eventuale reimpiego su cui però resta tutto da decidere: il contratto di Sgarbi, che prevedeva un compenso di 200 mila euro a puntata, era legato ad un programma ora bloccato. Intanto è polemica, con l’opposizione che chiede risposte all’azienda specie sul fronte costi.
“Chi paga il contratto di Sgarbi fortissimamente voluto da Berlusconi e Masi?” chiede Stefano Fassina, responsabile economia Pd, mentre il capogruppo Pd in Vigilanza, Fabrizio Morri si chiede se i danni arrecati alla Rai non possano essere richiesti ai responsabili veri di questa figuraccia da parte del servizio pubblico” e Roberto Rao, capogruppo Udc che chiede alla Rai di “fare chiarezza, specificando, come prevede il Contratto di servizio, se si tratta di risorse derivanti dal canone o dalla raccolta pubblicitaria, cioè se è denaro pubblico o un investimento commerciale sbagliato”.
Sgarbi si è difeso pubblicamente, convocando la stampa: se la puntata fosse davvero costata un milione e 400 mila Euro, “poteva anche costare di più, perchè questi sono i costi della cultura. Anche la Scala o il Petruzzelli sono un debito costante, sempre in perdita, ma sono teatri e nessuno parla di chiuderli”.
Resta il flop, che per l’opposizione è di per sé un segnale, dal pubblico: per Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria Pd, indica una “insofferenza” del pubblico verso la tv strillata. E adesso, ha ammonito Pancho Pardi, Idv, deve tornare “la tv di qualità, come quella di Fazio e Saviano”.

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