ROMA – Il 2011 comincia con un segno negativo per il mercato pubblicitario italiano: il primo trimestre chiude con un calo complessivo del -3,2%.
Lo rende noto la società di ricerche Nielsen, spiegando che nella restante parte dell’anno la situazione dovrebbe leggermente migliorare grazie anche alla crescente diffusione delle emittenti televisive digitali, che stanno ottenendo ottimi risultati in termini di raccolta pubblicitaria.
La televisione nel complesso, considerando anche i marchi Sky e Fox e le tv digitali rilevate da Nielsen, chiude il primo trimestre con un calo del -2,9%, con una raccolta complessiva di poco superiore a 1,2 miliardi di euro.
Lo rende noto la società di ricerche Nielsen, spiegando che nella restante parte dell’anno la situazione dovrebbe leggermente migliorare grazie anche alla crescente diffusione delle emittenti televisive digitali, che stanno ottenendo ottimi risultati in termini di raccolta pubblicitaria.
La televisione nel complesso, considerando anche i marchi Sky e Fox e le tv digitali rilevate da Nielsen, chiude il primo trimestre con un calo del -2,9%, con una raccolta complessiva di poco superiore a 1,2 miliardi di euro.
Continua a soffrire la stampa ma, a differenza dello scorso anno, nel primo trimestre il calo penalizza più i quotidiani (-4,6%) che i periodici (-2,1%). In calo anche la radio (-5,0%), mentre aumentano gli investimenti pubblicitari su internet (+14,9%) e direct mail (+1,0%). Infine variazioni particolarmente negative per tutta l’esterna in questo primo scorcio dell’anno (-25,1%).
Tra i fattori che hanno determinato il ribasso – spiega Nielsen – oltre alla ripresa ancora lenta in molti paesi europei, l’inflazione che importiamo dai paesi emergenti e che riguarda specialmente i beni alimentari, l’indice di fiducia e i consumi bassi. A livello di settori, si fa sentire il calo degli investimenti da parte delle aziende del largo consumo che avevano sostenuto la ripresa nel 2010 ed in particolare di alimentari (-10,0%) e bevande (-12,3%). Da una parte il confronto con un 2010 particolarmente positivo, dall’altra gli aumenti di grano e alimentari di base hanno indotto le aziende a ridurre i budget almeno nella prima parte dell’anno.
Forte contrazione anche per le aziende del settore finanza e assicurazioni (-25,0%) e delle telecomunicazioni (-6,7%), mentre tra i settori principali crescono solo automobili (+6,9%) e abbigliamento (+1,2%). Da segnalare infine il consistente calo della raccolta relativa ai quotidiani free/paypress (-54,1%) e al cinema (-22,5%).
Tra i fattori che hanno determinato il ribasso – spiega Nielsen – oltre alla ripresa ancora lenta in molti paesi europei, l’inflazione che importiamo dai paesi emergenti e che riguarda specialmente i beni alimentari, l’indice di fiducia e i consumi bassi. A livello di settori, si fa sentire il calo degli investimenti da parte delle aziende del largo consumo che avevano sostenuto la ripresa nel 2010 ed in particolare di alimentari (-10,0%) e bevande (-12,3%). Da una parte il confronto con un 2010 particolarmente positivo, dall’altra gli aumenti di grano e alimentari di base hanno indotto le aziende a ridurre i budget almeno nella prima parte dell’anno.
Forte contrazione anche per le aziende del settore finanza e assicurazioni (-25,0%) e delle telecomunicazioni (-6,7%), mentre tra i settori principali crescono solo automobili (+6,9%) e abbigliamento (+1,2%). Da segnalare infine il consistente calo della raccolta relativa ai quotidiani free/paypress (-54,1%) e al cinema (-22,5%).