Il consiglio d’amministrazione approva all’unanimità il piano del nuovo direttore generale

Rai: la “rivoluzione” di Lorenza Lei

Lorenza Lei

Nicoletta Tamberlich

ROMA – Con l’avvento del nuovo direttore generale, Lorenza Lei, arriva una prima “rivoluzione” organizzativa in Rai. Il consiglio di amministrazione dà via libera all’unanimità al nuovo modello basato su Canali/Generi, con separazione delle attività editoriali dalla realizzazione dei programmi.
Ok, sempre all’unanimità, alla creazione della direzione Intrattenimento. Al suo primo Cda il nuovo dg ha esposto il suo piano programmatico. Ieri è entrata nel dettaglio è ha incassato, come già avvenuto per la sua nomina, il voto unanime del consiglio.
In questa settimana – a quanto si apprende – Lorenza Lei ha avuto colloqui individuali con i consiglieri, ma ha anche incontrato Michele Santoro, sentito Fabio Fazio, visto l’agente di Giovanni Floris e avuto un colloquio con Vittorio Sgarbi per il cui programma il cda ha chiesto espressamente che passi sotto la responsabilità editoriale di Rai 1. E fonti della rete ammiraglia fanno notare che la trasmissione potrà andare in onda già dal 18 maggio, a condizione che venga registrata.
Tornando alla rivoluzione “targata” Lei, la ratio è quella di “risolvere le criticità dell’attuale assetto” e “rafforzare il ruolo di coordinamento strategico, editoriale ed economico”, come spiega una nota dell’azienda.
Una lunga seduta quella del Cda, durante la quale sono state esaminate anche le linee guida dei prossimi palinsesti d’autunno (una prima panoramica che comunque comprende anche il ritorno al lunedì in prima serata su Rai 1 di Fiorello a partire da novembre) e ribadite la centralità e competitività del servizio pubblico, con il marchio Rai riconoscibile rispetto alla concorrenza. E, come fanno notare fonti di Viale Mazzini, rimane centrale anche l’informazione, per la quale si punterebbe ad un maggior raccordo tra le testate giornalistiche e a dibattiti non urlati e meno litigiosi per i talk show.
Un’informazione – precisano le stesse fonti – da rilanciare anche su piattaforme non televisive, come il web. Mentre la programmazione del pomeriggio delle principali reti Rai rimarrebbe pressoché invariata, ma con un approccio meno morboso sui casi di cronaca e più attenzione al sociale, ferma restando la competitività del servizio pubblico per mantenere e se possibile potenziare gli ascolti.
Un occhio di riguardo anche alla programmazione per i più piccoli, da affidare ai canali digitali Rai Sat e Rai Gulp, ma anche al web. Quanto alla configurazione Canali/Generi, di fatto fissa un punto fermo: separa infatti le competenze delle attività editoriali e di palinsesto rispetto a quelle connesse alla realizzazione dei singoli programmi.
Ma non finisce qui: dovrebbero essere in tutto sette i generi e le rispettive direzioni (oltre a quella per l’Intrattenimento, varata oggi), con fiction, cinema, bambini-ragazzi, cultura, documentari, eventi. Il Cda ha poi approvato la cancellazione della Vice Direzione Generale per l’Area Produttiva e Gestionale e l’assegnazione del coordinamento della Direzione Produzione Tv alla Vice Direzione Generale per il Coordinamento dell’Offerta Radiotelevisiva, con un potenziamento dunque delle deleghe affidate ad Antonio Marano.
Il Consiglio ha infine approvato la costituzione della Direzione Sviluppo Strategico con l’obiettivo di rafforzare il coordinamento delle iniziative strategiche e dell’attività di individuazione delle nuove linee operative. Ma rimangono ancora altri temi importanti sul tavolo: a partire dalle nomine, in primis quella del Tg 2 (la direzione è affidata ad interim a Mario De Scalzi), che dovrebbero essere affrontate entro un paio di settimane. Ma resta anche da definire il rinnovo di contratti importanti come quelli di Fazio, Floris e Gabanelli.

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